«Norme ragionevoli Bisogna puntare sulle diagnosi veloci»
BOLZANO Sulle mascherine all’aperto è favorevole, anche se un divieto senza margini di interpretazione sarebbe più semplice per la giusta applicazione «probabilmente la situazione ancora non richiede scelte così nette facendo molto affidamento sulla responsabilità individuale». Sulla movida è anche lì una questione di responsabilità. E per i contagi nelle case di riposo Massimo Pizzato, scienziato che si occupa del coronavirus al Cibio, il dipartimento di biologia dell’università di Trento, dice: «Serve implementare il più possibile il tracciamento del virus in tempo reale con i tamponi». E non vede un lock down alle porte. Così come la chiusura delle scuole.
Professor Pizzato, come giudica le norme di comportamento inserite nel nuovo Dpcm per frenare la ripresa del virus, in particolare l’obbligo delle mascherine anche all’aperto?
«Mi sembrano norme ragionevoli. Ma se per le mascherine se non si mette una regola netta, si rischia di degenerare. Con l’obbligo subordinato dalle distanze c’è libera interpretazione, probabilmente la situazione non giustifica ancora questa decisione lasciando qualche margine. Si fa tanto affidamento alla responsabilità dell’individuo».
Sono in arrivo anche strette sulla movida col divieto di assembramenti. Sono misure utili?
«Ovvio che il problema è anche qui il buonsenso».
Anche perché il virus poi viaggia e arriva anche nelle case di riposo: come si possono evitare?
«È una questione di quanto tracciamo il virus, perché il virus si riversa poi sulle case di riposo: serve il tracciamento in tempo reale.L’unico modo è la diagnostica con tampone molecolare o anche in parte con il tampone sierologico. La rapidità assicura un fattore molto importante: la tempistica di risposta ridotta rispetto ai 4-5 o 7 giorni per una risposta da tampone molecolare. Quello rapido combinato poi con il tampone molecolare è un metodo molto corretto, una strategia logica».
Parlando di scuole: riusciremo a tenerle aperte con il virus in aumento?
«Bisognerà in qualche modo tenerle aperte, anche qui è fondamentale il tracciamento, la rilevazione in tempo reale quando si presentano sintomi chiudendo solo la classe dove emerge il caso e non tutta la scuola: tutto sommato finora la strategia sta dando buoni frutti, funziona».
Il rischio di un nuovo lock down è realistico? Come vede i prossimi 6 mesi?
«Un nuovo lock down no, anche per la nuova ondata è tutto da mettere in relazione i vari parametri. Dire che ora abbiamo lo stesso numero di contagi di aprile non è corretto, la capacità di rivelare i contagi è maggiore che allora, ora c’è una consapevolezza e una capacità di monitoraggio diverse, maggiori. In quel periodo misuravamo la punta dell’iceberg, ora riusciamo a vederlo un bel po’ sott’acqua».
Attendiamo fiduciosi.
«Certo, dobbiamo superare l’inverno e parte della primavera e poi sicuramente, sono ottimista, verso la fine dell’anno prossimo ci sarà un vaccino, pazienza per qualche mese».