Pulizie, lavoratori in agitazione «Contratto fermo da sette anni, nessun bonus per il Covid»
Sindacati sul piede di guerra per i diritti dei lavoratori del settore multiservizi. Nella giornata di ieri i referenti territoriali di settore della Cgil, Cisl, Uil e Asgb, aderendo all’iniziativa nazionale, hanno dichiarato lo stato di agitazione e non escludono scioperi e altre iniziative a sostegno del rinnovo del contratto collettivo di categoria. Solo in Alto Adige il settore multiservizi vede impiegati oltre 4mila addetti, attivi per lo più in servizi di pulizia, logistica e sanificazione di locali come università, ospedali e banche. «Questi lavoratori non vedono un aumento retributivo da 90 mesi — tuona Luigi Liguori della Cgil —. Il loro contratto è stato sottoscritto nel 2011 con scadenza 2013. Da 7 anni è tutto fermo. Molti di loro lavorano per imprese appaltatrici e in questi sette anni hanno subito un passaggio di stazione appaltatrice. Ogni nuova società appaltatrice come di consueto taglia le ore e non riconosce nulla dei diritti maturati in precedenza senza rispettare alcuna clausola sociale». Nel corso dell’emergenza sanitaria questi lavoratori hanno proseguito instancabilmente la loro attività divenendo indispensabili per il contrasto alla diffusione del Covid con pulizie e sanificazione di svariati luoghi. Questo, come sottolineano i sindacati, non ha però portato ad alcun riconoscimento. «Nel corso della pandemia — prosegue Liguori — molti addetti hanno lavorato senza dispositivi individuali di protezione e, nonostante gli stipendi bassi, si sono dovuti procurare da soli il materiale. Lo stipendio medio di un operatore del settore è pari a 5 euro netti l’ora. Ad alcuni viene anche addebitato il costo del bonifico per l’accredito dello stipendio...». Appello finale: «C’è assoluta necessità di un contratto collettivo che preveda una vera clausola sociale, servono regole certe, trasparenza e legalità». (R. P.)