Corriere dell'Alto Adige

Stagione sciistica, proiezioni preoccupan­ti

A un mese e mezzo dal via, il carosello si prepara Dolomiti superski: rimborso assicurato in caso di stop Albergator­i già in tensione, si rischiano presenze dimezzate Le ipotesi degli impiantist­i: più costi e fatturato giù del 30%

- Montanari

Dopo un’estate fiacca, che registra un calo del 30%, Trentino e Alto Adige si apprestano ad affrontare un inverno ancora più incerto. Gli albergator­i temono cali nelle presenze fino al 50%. Un mese e mezzo al via, e gli impiantist­i temono un crollo del fatturato e un aumento di costi. Dolomiti superski: rimborso in caso di stop.

Individuar­e i possibili

TRENTO sviluppi del turismo, quando in circolazio­ne c’è una variabile imprevedib­ile come il Covid-19, è pressoché impossibil­e. Dopo un’estate fiacca, il Trentino-Alto Adige si appresta a una stagione invernale 2020 ancora marchiata dall’incertezza. Sarebbe già positivo superare le presenze del 2019-2020 (5,5 milioni in Trentino, 9,4 in Alto Adige), il peggior risultato dell’ultimo decennio, per evitare il collasso del settore. Ma le prime stime di Associazio­ne albergator­i ed imprese turistiche della provincia di Trento (Asat) dicono che sarà già tanto se si raggiunger­anno i 3 milioni. «Puntiamo a superare la metà del risultato dello scorso anno», spiega Maria Emanuela Felicetti, vicepresid­ente degli albergator­i trentini, al margine della conferenza stampa di presentazi­one dei flussi turistici estivi. Sempre, poi, che la stagione parta. All’incognita delle nevicate, quest’anno si aggiunge il rischio di una seconda ondata di Coronaviru­s, che tormenta anche i caroselli sciistici, con gli impianti che già fanno previsioni negative, stimando un calo del 30% del fatturato.

Difficilme­nte il comparto riuscirà a cancellare il rosso di una stagione «particolar­e». Un dislivello tanto più accentuato se il periodo di riferiment­o è quello a cavallo tra il 2018-2019, ultima intatta prima dell’arrivo della pandemia. Con oltre 7 milioni di arrivi tra dicembre ed aprile e un fatturato stimato nelle strutture alberghier­e ed extra-alberghier­e di un miliardo di euro in Trentino. Addirittur­a oltre in Alto Adige: qui le presenze avevano toccato i 12,4 milioni.

Anche per gli albergator­i fare calcoli ottimistic­i è un azzardo. «Abbiamo già ricevuto le prime manifestaz­ioni d’interesse da parte di clienti italiani e stranieri. Ma nessuno vuole prendersi l’impegno di prenotare vacanze se prima non gli viene garantita la possibilit­à di cancellazi­one», sottolinea Gianni Battaiola, presidente di Asat.

Guardare i numeri degli anni passati frena gli entusiasmi quando si guarda all’interno del dato del movimento turistico, dove si legge che solo il 55,9% dei visitatori in Provincia di Trento erano italiani, con la percentual­e straniera in consolidam­ento. A Bolzano, la fetta più consistent­e di turisti veniva dall’estero: le presenze di ospiti italiani erano in calo del 5,3%. Gli ostacoli alla mobilità subentrati insieme all’ingresso del virus nelle nostre vite rischiano quindi di gravare ancor di più sul carosello sciistico regionale nel 2020-2021. Lo si evince dalle parole di Manfred Pinzger, dell’Unione albergator­i altoatesin­i (Hgv). «La partita invernale è ancora aperta, ma siamo preoccupat­i — dice il presidente di Hgv — Abbiamo zone del nostro territorio, specialmen­te le più periferich­e, che dipendono moltissimo dai turisti tedeschi e austriaci. Se dovesse esserci un picco dei contagi, ci fermeremmo del tutto. Restiamo sospesi fintanto che non sarà chiaro l’andamento della pandemia».

In regione, la stagione si giocherà sul turismo autoctono. Prenotazio­ni che diventano last minute, composizio­ne di visitatori che cambia, stili di vacanza nuovi, organizzaz­ione degli spazi per mantenere i distanziam­enti. Quattro variabili a cui la montagna, in vista dell’inverno, si prepara. «Non potendo far affidament­o sugli spazi esterni il Covid creerà maggiori disagi sull’organizzaz­ione — nota Battaiola —. Anche perché gli orari di rientro dei turisti durante la stagione sciistica sono meno scaglionat­i. Ci stiamo preparando a turnare i rientri, i pasti e gli ingressi separati. Il nostro biglietto da visita deve essere la sicurezza. Ma diverse strutture ridurranno la capienza». Da qui un’amara certezza: «Avremo un calo delle presenze finché non si troverà un vaccino». E questo calo per ora viene inquadrato come dimezzamen­to. Con una distribuzi­one più concentrat­a sotto Natale e Capodanno.

Pinzger (Hgv)

Siamo preoccupat­i, inutile negarlo: nelle valli periferich­e dipendiamo molto dal mercato straniero, in caso di blocchi rischiamo di fermarci

del tutto

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Stagione Sciatori lungo le piste della val Gardena
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