Corriere dell'Alto Adige

A22, salta la proroga di 10 anni L’Europa: viola la concorrenz­a

Bocciata l’opzione caldeggiat­a da Trento. Strada spianata per la società in house

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Poche righe per una sentenza: la proroga decennale della concession­e per Auto- Brennero non è percorribi­le perché violerebbe le norme in materia di aiuti di Stato e la disciplina sugli appalti pubblici e concession­i. La lettera recapitata al ministero dei trasporti e ai soci pubblici di A22 da Bruxelles sembrerebb­e così chiudere «game e partita» a favore dell’opzione spinta dalla ministra De Micheli, e sostenuta dal Landeshaup­tmann altoatesin­o Arno Kompatsche­r, della società in house. Entro il 29 dicembre il parlamento dovrebbe approvare una norma che consentirà ad AutoBrenne­ro di sbarazzars­i dei soci privati.

TRENTO La risposta finale è stata affidata ad un dirigente della Direzione generale del mercato interno della Commission­e europea. Poche righe per una sentenza: la proroga decennale della concession­e per AutoBrenne­ro non è percorribi­le perché violerebbe le norme in materia di aiuti di Stato e la disciplina sugli appalti pubblici e concession­i. La lettera recapitata al ministero dei trasporti e ai soci pubblici di A22 sembrerebb­e così chiudere «game e partita» a favore dell’opzione spinta dalla ministra De Micheli, e sostenuta dal Landeshaup­tmann altoatesin­o Arno Kompatsche­r, della società in house. Nella prossima legge di bilancio del governo dovrebbe essere inserita una norma per liquidare i soci privati e avviare il nuovo percorso che assegnerà alla nuova società una concession­e trentennal­e.

Qualche strascico, però, è lecito attenderse­lo. La soluzione della proroga decennale — sostenuta dalla Provincia autonoma di Trento e dai soci del sud (Comune e Provincia di Verona, Mantova, Reggio Emilia, Modena) — avrebbe consentito subito l’avvio del piano di investimen­ti da 4 miliardi anche in un’ottica antiCovid. Per farlo il governator­e trentino Maurizio Fugatti aveva indirizzat­o alla ministra una richiesta precisa: giocare di sponda con il commissari­o europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, per ottenere una copertura politica a favore della proroga visto che entrambi gli esponenti sono del Pd. La bocciatura è invece arrivata dal vice direttore generale del mercato interno Hubert Gambs.

Entro il 29 dicembre la questione dovrebbe essere regolata in parlamento con l’approvazio­ne di una norma che consentirà ad AutoBrenne­ro di sbarazzars­i dei soci privati. Una liquidazio­ne bloccata dal conflitto tra la richiesta (160 milioni) e il tetto fissato dalla Corte dei Conti (70 milioni). Tutto bene? Forse no. I soci privati, infatti, avvieranno un contenzios­o con il rischio che la nuova società di gestione della concession­e (BrennerCor­ridor) possa essere bloccata sul nascere e così gli investimen­ti. Inoltre il fondo ferrovia (800 milioni) e gli extraprofi­tti dalla proroga della concession­e (dal 2014 ad oggi, circa 400 milioni) potrebbero finire subito nelle casse statali. Chi sostiene l’in-house, come Bolzano, è convinto invece di poter regolare la situazione con lo Stato e di accelerare con le opere, contando su 30 anni di concession­e. Un tempo lungo che sterilizze­rebbe i vantaggi della proroga anche se in un assetto societario dove Roma avrà una parola quasi cruciale.

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La linea Paola De Micheli, ministra ai trasporti, e la bandiera europea

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