Appello di 15 storici locali al Comune «Monumento, riaprire il museo»
Appello al Comune firmato da un gruppo di storici. La replica: rischio contagi
«Riaprire al più presto il percorso museale all’interno del monumento alla Vittoria, e mettere in campo uno sforzo di promozione commisurato alla rilevanza dell’esposizione». Questo l’appello, rivolto al Comune, contenuto in una lettera firmata da 15 storici locali. Il sindaco: «Condivido la riflessione sul valore dell’opera, ma la situazione sanitaria sconsiglia riaperture». Nel frattempo procedono i rilievi del Ministero per riparare i marmi dopo i crolli.
BOLZANO Perché, a differenza di altri musei, il percorso espositivo sotto il monumento alla Vittoria (BZ ’18-’45: un monumento, una città, due dittature) è chiuso ormai da sei mesi? Inizia così l’appello alla nuova amministrazione comunale di Bolzano firmato da un gruppo di 15 storici. Ma per il momento le speranze sono poche: prima i problemi strutturali con la caduta di alcune lastre di marmo, poi il ciclone Covid. «Condivido le ragioni dell’appello, ma il contesto attuale dei contagi ci sconsiglia la riapertura, soprattutto per un’utenza scolastica» spiega il sindaco Renzo Caramaschi.
«Ora che le elezioni hanno avuto luogo, come storici e storiche — si legge nella lettera aperta — sentiamo di dover rivolgere un appello alla nuova amministrazione comunale. Chiediamo con urgenza di riaprire finalmente la mostra permanente presso il Monumento, da mesi inaccessibile, e di dare nuova vita a questo luogo europeo della storia e dell’apprendimento critico. Fino a oggi il percorso espositivo ha offerto a decine di migliaia di visitatori, locali e non, la possibilità di prendere coscienza delle molteplici dimensioni della storia contemporanea di Bolzano e dell’Alto Adige, e ciò in un luogo spesso portatore di profondi conflitti identitari. Il monumento, eretto dal regime fascista per evidenti motivi di dominio e sopraffazione, è stato trasformato in un luogo dove la nefasta esperienza della duplice dittatura vissuta dalla regione e dai suoi abitanti viene raccontata coniugando rigore scientifico ed efficacia comunicativa». Di qui la richiesta di procedere non solo a una rapid riapertura», ma di mettere in campo «uno sforzo di promozione commisurato alla rilevanza dell’esposizione».
In calce all’appello, le firme di 15 storici: Andrea Bonoldi, Siglinde Clementi, Maurizio
Ferrandi, Joachim Gatterer, Georg Grote, Hans Heiss, Walter Landi, Stefan Lechner, Giorgio Mezzalira, Hannes Obermair, Günther Pallaver, Jeffrey Schnapp, Oswald Überegger, Martha Verdorfer, Alessandra Zendron.
Dal Ministero per i bene culturali arriva una precisazione dello stato dell’arte dopo i crolli del maggio 2019. Gli esperti stanno mettendo assieme una ricostruzione 3D per decidere come ripristinare i marmi caduti. «Le attività di rilievo, eseguite manualmente con tecniche di indagine non invasive, sono già state avviate. Ma la parte museale in cripta, la cui gestione è affidata al Comune di Bolzano, si trova in buono stato di conservazione e la chiusura è legata unicamente alle problematiche Covid».
Versione confermata dal Municipio. «Approfittando della chiusura, si stanno eseguendo interventi di manutenzione su impiantistica e parti dell’allestimento. Perdurando lo stato di emergenza sanitaria, non si ritiene al momento di poter aprire la struttura in sicurezza. È comunque allo studio un protocollo per superare tale situazione».