Corriere dell'Alto Adige

Appello di 15 storici locali al Comune «Monumento, riaprire il museo»

Appello al Comune firmato da un gruppo di storici. La replica: rischio contagi

- Di Francesco Clementi

«Riaprire al più presto il percorso museale all’interno del monumento alla Vittoria, e mettere in campo uno sforzo di promozione commisurat­o alla rilevanza dell’esposizion­e». Questo l’appello, rivolto al Comune, contenuto in una lettera firmata da 15 storici locali. Il sindaco: «Condivido la riflession­e sul valore dell’opera, ma la situazione sanitaria sconsiglia riaperture». Nel frattempo procedono i rilievi del Ministero per riparare i marmi dopo i crolli.

BOLZANO Perché, a differenza di altri musei, il percorso espositivo sotto il monumento alla Vittoria (BZ ’18-’45: un monumento, una città, due dittature) è chiuso ormai da sei mesi? Inizia così l’appello alla nuova amministra­zione comunale di Bolzano firmato da un gruppo di 15 storici. Ma per il momento le speranze sono poche: prima i problemi struttural­i con la caduta di alcune lastre di marmo, poi il ciclone Covid. «Condivido le ragioni dell’appello, ma il contesto attuale dei contagi ci sconsiglia la riapertura, soprattutt­o per un’utenza scolastica» spiega il sindaco Renzo Caramaschi.

«Ora che le elezioni hanno avuto luogo, come storici e storiche — si legge nella lettera aperta — sentiamo di dover rivolgere un appello alla nuova amministra­zione comunale. Chiediamo con urgenza di riaprire finalmente la mostra permanente presso il Monumento, da mesi inaccessib­ile, e di dare nuova vita a questo luogo europeo della storia e dell’apprendime­nto critico. Fino a oggi il percorso espositivo ha offerto a decine di migliaia di visitatori, locali e non, la possibilit­à di prendere coscienza delle molteplici dimensioni della storia contempora­nea di Bolzano e dell’Alto Adige, e ciò in un luogo spesso portatore di profondi conflitti identitari. Il monumento, eretto dal regime fascista per evidenti motivi di dominio e sopraffazi­one, è stato trasformat­o in un luogo dove la nefasta esperienza della duplice dittatura vissuta dalla regione e dai suoi abitanti viene raccontata coniugando rigore scientific­o ed efficacia comunicati­va». Di qui la richiesta di procedere non solo a una rapid riapertura», ma di mettere in campo «uno sforzo di promozione commisurat­o alla rilevanza dell’esposizion­e».

In calce all’appello, le firme di 15 storici: Andrea Bonoldi, Siglinde Clementi, Maurizio

Ferrandi, Joachim Gatterer, Georg Grote, Hans Heiss, Walter Landi, Stefan Lechner, Giorgio Mezzalira, Hannes Obermair, Günther Pallaver, Jeffrey Schnapp, Oswald Überegger, Martha Verdorfer, Alessandra Zendron.

Dal Ministero per i bene culturali arriva una precisazio­ne dello stato dell’arte dopo i crolli del maggio 2019. Gli esperti stanno mettendo assieme una ricostruzi­one 3D per decidere come ripristina­re i marmi caduti. «Le attività di rilievo, eseguite manualment­e con tecniche di indagine non invasive, sono già state avviate. Ma la parte museale in cripta, la cui gestione è affidata al Comune di Bolzano, si trova in buono stato di conservazi­one e la chiusura è legata unicamente alle problemati­che Covid».

Versione confermata dal Municipio. «Approfitta­ndo della chiusura, si stanno eseguendo interventi di manutenzio­ne su impiantist­ica e parti dell’allestimen­to. Perdurando lo stato di emergenza sanitaria, non si ritiene al momento di poter aprire la struttura in sicurezza. È comunque allo studio un protocollo per superare tale situazione».

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Alt Dopo il lockdown la cripta del monumento non è stata più riaperta
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Porta sbarrata L’ingresso al percorso espositivo sul retro del monumento

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