Corriere dell'Alto Adige

IL CORPO CI PARLA TRA MEDICINA ANTICA E LEGGENDE

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Tempo di pandemia. Ti svegli la mattina, ti guardi allo specchio, ti misuri la temperatur­a e poi stai a sentire il tuo corpo. Corpo, dal latino corpus.

Qualsiasi definizion­e di corpo rimane parziale anche se il centro attorno al quale prende corpo questa parola è quello di una porzione definita di materia, estesa nello spazio.

Nel quotidiano, il corpo per eccellenza resta quello umano, o animale, che intuitivam­ente è fra le prime porzioni di materia ad essere notata nella sua unità e nella sua importanza. Il corpo, se si vuole rischiare una definizion­e, è il centro degli sforzi degli uomini per comprender­e il mondo. Il corpo è diventato un conduttore e traduttore di segni che simboleggi­ano varie funzioni e riferiment­i. Per la medicina popolare sono stati letti come i segnali

Da sempre il pallore o il rossore, le macchie, gli occhi torbidi o brillanti, il dolore e il gonfiore, sono segni che il fisico trasmette

del corpo i messaggi, i segni che provengono da dentro, ma si leggono fuori. Prima una definizion­e che mi è particolar­mente cara e che sostengo è quella che dice che il corpo è una respirazio­ne che parla. Respiro come mediazione permanente (fino a quando c’è respiro) fra l’interno e l’esterno del corpo, un canale di passaggio, una specie di principio ordinatore. Parlo di dentro e di fuori di un corpo perché è proprio su questo principio, un dentro che corrispond­e a un fuori che si basa la medicina, almeno quella antica, ma non solo. Da sempre il pallore o il rossore, la macchia o la piaga, gli occhi torbidi o troppo brillanti, il dolore ed il gonfiore, il movimento e la rigidità, ma anche il ridere ed il piangere sono segni che il corpo interno trasmette ad un fuori. Sono questi i segni che preludono a malattie? Non sempre, come afferma Ceronetti: «La mania di essere perseguita­ti da un organo, dai propri visceri, dai propri nervi, dalle vertebre, dalle giunture, dalle vene,

dalla pelle, dal peso è ormai universale. I persecutor­i classici: la Vita, il Tempo, non sono mai citati».

Ma in fondo la Vita e il Tempo sono malattie per il corpo.

Dunque, i segni indicano la malattia, come si evince anche dai detti popolari,

che propongono: «Se le api si fermano su una casa, ci sarà fuoco dentro e fuori. Chi sputa a digiuno avrà il gozzo. Se ti prude la schiena ti verrà la gobba. Se ti prude attorno agli occhi avrai dispiacere e pianto. Quelli che sono destinati a riuscire nella vita hanno peli sui denti. Se si tagliano i capelli sotto un segno che striscia, ti verranno i pidocchi. Per il mal di gola bisogna avvolgersi al collo un fazzoletto azzurro. Per i porri si usi acqua piovana raccolta sullo sterco di vacca. Se ci si taglia con un coltello o una falce si deve fasciare la ferita, ma anche il coltello e la falce. Se avrai temperatur­a alta e mal di gola ti verrà l’influenza».

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