Il piano: Mercatino analcolico
Rischio assembramenti, decisione in settimana. Zadra: serviranno i conta-persone
Ancora pochi giorni per salvare i mercatini di Natale. Gli organizzatori stanno pensando ad una manifestazione con meno stand e senza il vin brulè. «Pensiamo a dei contapersone per limitare gli accessi» dice la direttrice dell’Azienda di soggiorno di Merano, Daniela Zadra.
BOLZANO Palazzo Widmann si dà una settimana per salvare i mercatini di Natale, a rischio stop per la ripresa dei contagi da Covid-19. E per scongiurare la chiusura per rischio assembramenti si valutano tutte le soluzioni organizzative, compreso lo stop al consumo di alcolici che si tradurrebbe nella soppressione del “rito” del Glühwein. Fatte rapidamente le ultime verifiche con promotori e operatori, alla luce anche delle valutazioni e dei suggerimenti dell’Asl, la Provincia non oltre il 20 ottobre stabilirà se ci sono le condizioni per imbastire in sicurezza le manifestazioni di Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico, Vipiteno.
Un limite temporale definito nei giorni scorsi dagli assessori Arnold Schuler e Philipp Achammer (delegati rispettivamente a Turismo e Attività economiche), dopo un incontro con gli organizzatori dei cinque mercatini. Ieri mattina la giunta, nell’analizzare i contenuti del nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm), Giuseppe Conte, è tornata sull’argomento, pur non esaurendolo. «Se i mercatini di Natale quest’anno si faranno, saranno di sicuro diversi dalle edizioni precedenti — premette il presidente Arno Kompatscher —.
Entro fine settimana avremo gli elementi per poter decidere, sentiti gli organizzatori. Bisogna capire se le iniziative potranno avere senso con regole restrittive. Il tema delle restrizioni riguarda in primis la somministrazione di cibi e bevande, soprattutto alcoliche».
Scontata, evidentemente, l’applicazione delle misure di protezione individuale dal coprirsi naso e bocca (anche all’aperto, qualora non sia assicurata adeguata distanza interpersonale) al contrasto degli assembramenti. Opzioni che i promotori dei mercatini hanno già tenuto in considerazione nell’impostare il proprio lavoro.
«Se, come auspichiamo, ci saranno le condizioni per partire, abbiamo messo in conto di ridurre gli stand — spiega Daniela Zadra, dirigente dell’Azienda di soggiorno di Merano — con un meno 15% per i non alimentari e il dimezzamento per quelli gastronomici. Questo anche per guadagnare spazio utile a disporre tavoli e sedie per consentire il consumo seduti, secondo quanto disposto dal Dpcm. Se teniamo conto della proporzione di una persona ogni 5 metri quadri di spazio, significa che noi potremo accogliere tra i 1.000 e i 1.400 visitatori, con la necessità di installare conta-persone per non superare le soglie di sicurezza».
Determinante, inoltre, sarà la mobilità tra le regioni, non solo interne al Paese, ma anche dagli Stati confinanti. «Di certo non possiamo più immaginare un andirivieni ininterrotto di pullman — ragiona l’assessore Schuler — ho avuto una video-riunione con i miei omologhi austriaci, allargata ai colleghi della Baviera e dei Cantoni svizzeri vicini. Tutti stiamo facendo i conti con un aumento notevole dei contagi. Il confronto è aperto con gli organizzatori dei mercatini e con le autorità sanitarie. L’andamento della propagazione del virus, come è ovvio, condizionerà le scelte finali».
Insomma, dopo avere atteso le decisioni di Roma, adesso si attendono quelle dei vicini, con particolare attenzione alle determinazioni della Germania. Raccolti tutti gli elementi, la giunta provinciale tirerà le somme. E del lavoro di approfondimento Kompatscher ha incaricato non solo i colleghi Achammer e Schuler, ma anche Thomas Widmann, assessore provinciale alla Sanità.