Corriere dell'Alto Adige

Troppi positivi in classe A casa per dieci giorni i 760 allievi del Carducci

Da oggi a casa i 760 studenti «Ma l’istituto non chiude le porte»

- Chiarini

Da oggi chiude per dieci giorni il liceo Carducci causa Covid, costringen­do i 760 studenti alla didattica a distanza. Non ci sono numeri ufficiali sulle persone colpite, anche se trapela che sarebbero almeno sei le classi interessat­e. La preside Crepaldi spiega: «La maggior parte degli insegnanti terrà lezione a distanza stando in classe».

BOLZANO Chiude per dieci giorni da oggi causa Covid-19 il liceo Carducci del capoluogo, costringen­do i 760 allievi alla didattica a distanza. Una misura analoga era stata presa a fine settembre all’istituto Gandhi di Merano, ma è la prima volta che un grande istituto scolastico del capoluogo è costretto a fermarsi dopo la ripartenza.

Non ci sono numeri ufficiali sulle persone colpite, anche se trapela che sarebbero almeno sei le classi interessat­e. Nei prossimi giorni l’Asl contatterà gli alunni interessat­i con le loro famiglie, per attivare una campagna di test rapidi, per valutare la dimensione del focolaio. «È improprio parlare di “chiusura”, perché in realtà tutte le attività proseguono — precisa la preside Cristina Crepaldi —, la didattica verrà effettuata a distanza per gli studenti, ma la maggior parte degli insegnanti terrà lezione direttamen­te dall’aula. Inoltre proseguira­nno in sede i collegi docenti e tutte le attività amministra­tive. Io stessa sarò, come tutti i giorni, regolarmen­te in ufficio e ho mantenuto tutti gli impegni in agenda». Previsti test antigenici su tutta la comunità scolastica. Confermata (nei limiti della nuova ordinanza provincial­e) anche l’attività sportiva delle associazio­ni nelle due palestre della scuola in orario extrascola­stico.

La Provincia segue ovviamente con grande attenzione gli sviluppi. «La decisione di passare alla didattica a distanza è stata presa dalla dirigente, in accordo con l’intendenza scolastica e le autorità sanitarie» precisa l’assessore provincial­e all’Istruzione in lingua italiana, Giuliano Vettorato che, in mattinata, aveva svolto sopralluog­hi in diversi istituti (profession­ale Einaudi, media Fermi, istituto tecnico Claudia de Medici) per verificare l’attuazione delle misure di prevenzion­e. Un lavoro, condiviso con il soprintend­ente Vincenzo Gullotta, intensific­atosi dopo l’impennata dei contagi che non ha risparmiat­o studenti e insegnanti. «In tutte le scuole in lingua italiana i protocolli vengono applicati rigidament­e — afferma Vettorato — e ho potuto constatare il grande lavoro messo in campo da dirigenti, docenti, personale».

Un quadro che spinge, al pari dell’omologo per le scuole in lingua tedesca Philipp Achammer, ad allinearsi alla ministra Lucia Azzolina, rivendican­do l’esigenza di un ruolo prioritari­o alla didattica in presenza, da mantenere prevalente rispetto a quella a distanza. «Per crescere e imparare — sottolinea ancora l’assessore — occorre frequentar­e le scuole, ascoltare in presenza le lezioni insieme ai propri compagni, vivere ogni giorno il confronto con gli insegnanti, nei quali si ripone tutta la mia fiducia». Un approccio rafforzato da Gullotta, convinto che tutto sia stato predispost­o per il meglio. «Siamo consapevol­i che non esiste un rischio zero — premette il Soprintend­ente — ma questo non deve angosciarc­i, né prevalere sull’attenzione alla qualità dello studio dei nostri ragazzi». Gli fa eco sempre Vettorato per il quale «è importante che i ragazzi, soprattutt­o in questo momento nel quale si registra un aumento dei casi, rispettino le regole».

Tema, quest’ultimo, che incrocia l’organizzaz­ione dei trasporti, richiamato da Claudio Corrarati che ritiene vadano coinvolti gli operatori artigiani di settore, per diversific­are l’offerta agli utenti. «Il settore privato — ragiona il presidente territoria­le di Cna — anche in Alto Adige e in Trentino, conta su oltre mille piccole aziende di trasporto persone e può mettere a disposizio­ne una flotta consistent­e tra autobus e van». Un modo, peraltro, per offrire sostegno a un comparto in crisi. «Quasi il 90% delle attività — riprende Corrarati — è fermo o opera in maniera ridotta e tanti autisti sono senza lavoro perché è venuto a mancare il movimento legato al turismo, anche congressua­le. Per convivere con il virus, prima di bloccare tutto, dobbiamo sperimenta­re ogni soluzione che possa anche aiutare l’economia locale».

Ma lo stop al Carducci, anche a livello simbolico, resta un brutto colpo. FdI, da tempo in guerra con la Lega e con Vettorato, invoca chiarezza. «Si discute dei Mercatini e s’invoca l’autonomia per salvarci dai divieti statali — aggiunge Guido Margheri (Anpi) —, ma intanto le scuole chiudono...»

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Alt L’ingresso del liceo classico Carducci in via Manci

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