Widmann: scuola a distanza per tutti Ma i colleghi assessori fanno muro
Widmann allarmato dai dati insiste: «Chiudere tutti gli istituti, didattica online al 100%» Ma Achammer, Vettorato e Deeg tengono duro. Cirimbelli (Asdi): «Pensate alle famiglie»
Sarà scontro, oggi in giunta provinciale, tra l’assessore alla Sanità, Thomas Widmann, ed i suoi colleghi all’Istruzione Giuliano Vettorato, Philipp Achammer e Daniel Alfreider in merito alla decisione da prendere sull’apertura delle scuole. Widmann vuole infatti chiudere tutte le scuole: «La situazione della diffusione del Covid è critica. Tutte le scuole vanno assolutamente chiuse. Se non passa la mia proposta, non mi assumo più responsabilità» avverte Widmann. Contrari invece gli assessori all’Istruzione, che vogliono continuare la didattica in presenza fino alla prima media. Al loro fianco si schiera la collega del Sociale Waltraud Deeg: «La scuola è sicura» afferma. Anche l’associazione provinciale dei genitori e l’Asdi chiedono che le scuole rimangano aperte.
BOLZANO La scuola assomiglia sempre più ad una polveriera pronta ad esplodere. Questa mattina in giunta provinciale sarà duro scontro tra l’assessore alla Sanità, Thomas Widmann, che ne chiede la chiusura totale, e i tre colleghi all’Istruzione, Giuliano Vettorato, Philipp Achammer e Daniel Alfreider, che vogliono continuare la didattica in presenza fino alla prima media. Al loro fianco la collega del Sociale Waltraud Deeg e l’associazione provinciale dei genitori. Divisioni anche tra chi protesta per l’obbligo della mascherina in classe e dall’altro coloro che hanno deciso di tenere i propri figli a casa per paura.
«Le scuole non bisognava riaprirle, e bisognerà tenerle tutte chiuse da mercoledì — afferma Widmann — Io sono contrario ai contatti perché la situazione è critica. Ai genitori dico: siamo messi peggio che nella prima ondata. Capisco la difficoltà, ma qual è per voi l’alternativa? Se non passa la mia proposta, non mi assumo più responsabilità». Sembra difficile che Widmann, almeno sulla scuola, abbia semaforo verde. Il fronte degli assessori all’Istruzione sarebbe compatto e pronto a fare muro. Tre le motivazioni: il fatto che l’Alto Adige sia già «zona rossa»; le difficoltà per quei genitori che nel lockdown totale dovrebbero comunque lavorare; le difficoltà ad organizzare un «servizio di emergenza», come a giugno, sia per la curva crescente di contagi, che per il poco tempo a disposizione. Rimane, comunque, abbottonato l’assessore Vettorato: «Sarebbe meglio non chiudere — sottolinea — ma prima voglio vedere i dati e capire se è veramente necessario. La scuola è importantissima. Poi abbiamo un problema con la didattica in presenza per gli alunni con disabilità e la non certezza di dare a tutti lo stesso servizio per la didattica a distanza». Dissenso esplicito viene, invece, espresso dall’assessora al Sociale Waltraud Deeg, che bolla la proposta Widmann come «inimmaginabile e insostenibile. Capisco la situazione, ma la scuola è sicura. E poi abbiamo appena deciso domenica di metterci zona rossa. Aspettiamo l’effetto di queste misure».
Contro nuovi provvedimenti restrittivi scende in campo l’associazione dei genitori. «L’insegnamento in presenza è importante — si legge in una lettera aperta alla giunta Kompatscher — Se si chiude tutto, attivate un servizio di emergenza». Stessa identica richiesta è giunta ieri anche da parte del Team Köllensperger.
Il Centro assistenza separati e divorziati (Asdi) ha protestato ieri in piazza Magnago per chiedere che non vengano chiuse le scuole. Il direttore Elio Cirimbelli, insieme ad una ventina di persone, fra genitori e bambini, ha lanciato l’appello alla giunta: «Le separazioni sono in costante aumento — afferma Cirimbelli — La chiusura delle scuole sovraccarica le famiglie, come una pentola a pressione: dopo il lockdown circa 70 coppie si sono rivolte a noi con l’intenzione di separarsi per tutti questi sovraccarichi». Inoltre, secondo l’Asdi una chiusura di due settimane non risolverebbe comunque la situazione del contagio.
Proteste dei genitori si sono registrate anche a Sarentino contro l’obbligo delle mascherine in classe dai 6 anni in su. Infine, ieri sono stati 11 i nuovi casi positivi nelle scuole italiane.