Il barometro economico: molte nubi
Dall’occupazione ai fatturati, le previsioni dell’Ire disegnano un futuro incerto
Oltre 2.300 lavoratori dipendenti in meno, la contrazione del giro di affari per le imprese, la previsione di un calo del Pil del 10%,e, non da ultimo, lo scenario pandemico in netto peggioramento, che limita le prospettive di crescita. È incerto il futuro dell’imprenditoria secondo il barometro Ire. Non è bastata, infatti, la lieve ripresa estiva a risollevare gli animi: 7 imprese su 10 segnalano una riduzione del fatturato, un imprenditore su tre valuta insufficiente la redditività.
BOLZANO Oltre 2.300 lavoratori dipendenti in meno, la contrazione del giro di affari per le imprese, la previsione di un calo del Pil pari al 10%,e, non da ultimo, lo scenario pandemico in netto peggioramento, che limita le prospettive di crescita. Eventi concatenati che concorrono a creare un’incertezza di fondo anche nel mondo dell’imprenditoria. Lo mette in luce il barometro autunnale dell’Ire, l’Istututo di ricerca della camera di commercio di Bolzano, che riporta valutazioni negative degli imprenditori e imprenditrici altoatesine sulla redditività del 2020.
Non è bastata la lieve ripresa estiva a risollevare gli animi. Sette imprese su dieci segnalano una riduzione del fatturato rispetto al 2019. Un imprenditore su tre valuta insufficiente la redditività della propria attività nel 2020. Primi tra tutti ad esprimere preoccupazione sono gli operatori del turismo e trasporti, alleviati soltanto in minima parte dalla boccata d’ossigeno portata dalla ripresa estiva. Poco meglio servizi e commercio.
Peggioramento della competitività, deterioramento della puntualità nei pagamenti dei clienti, maggiori difficoltà di accesso al credito. Sono alcune delle criticità che contribuiscono a rallentare ulteriormente il ritmo già fiacco degli investimenti, dettaglio che andrà a influire, spiega l’indagine Ire, anche sulle prospettive di crescita del 2021. Prospettive che faticano a dare conforto: la portata della ripresa prevista è decisamente modesta, tra l’1% e il 5%. Non a caso un’impresa su 5 valuta che una redditività insoddisfacente l’accompagnerà anche nel 2021. L’incertezza, insomma, perdura. E lo scenario economico di contorno non è incoraggiante, visto che il Pil scenderà a fine anno del 10%, alla luce della seconda ondata pandemica.
«In questa fase molto delicata, è importante che la politica non generi ulteriore insicurezza. Occorrono regole chiare che permettano una migliore pianificazione dei prossimi mesi alle imprenditrici e agli imprenditori altoatesini — commenta il presidente della Camera di commercio, Michl Ebner — A tal fine è importante una buona coordinazione tra Stato e Provincia. È inoltre fondamentale che gli aiuti promessi arrivino in tempi rapidi,
Crescita Le previsioni di crescita sono poco incoraggia nti (1%5%). Un’impresa su cinque stima una redditività deludente anche nel 2021
onde evitare nuove crisi di liquidità per le imprese». L’emergenza sanitaria che ha colpito negli ultimi giorni l’Alto Adige preoccupa ulteriormente Assoimprenditori e i sindacati. Un lockdown, scrivono «colpirebbe soprattutto le imprese che lavorano sui mercati internazionali».
Anche il mondo del lavoro sta attraversando un periodo di cambiamento accelerato dalla pandemia. Per questo «sulla formazione continua dobbiamo intensificare gli sforzi, non ridurli», incalza il presidente di Ipl, Dieter Mayr. Il barometro autunnale dell’Istituto di promozione dei lavoratori rileva che in Alto Adige il 75% dei lavoratori dipendenti ha preso parte nei 12 mesi antecedenti all’indagine ad almeno un corso di formazione professionale. La maggior parte dei diretti interessati punta al miglioramento delle capacità linguistiche e delle capacità informatiche, ma in tanti investono sulle skills manageriali.