Corriere dell'Alto Adige

Virus, l’illusione è nemica della prudenza Il rischio è di seminare delusioni e rabbia

- Di Paul Renner

«Ancora dieci minuti. Subito dopo quella curva. Appena vedi un albero colpito dal fulmine...». Erano queste le innocenti bugie bianche con cui papà ci esortava a continuare la salita in montagna, quando la stanchezza ci faceva chiedere per l’ennesima volta: «Uffa: ma quanto manca?»

Non sempre le indicazion­i di babbo erano sincere. Dopo alcune gite ci si accorgeva che ce la voleva fare più facile del previsto, al fine di aiutarci a procedere nell’impresa e godere la gioia di arrivare alla meta e di poter gustare panorami ed emozioni che rimangono impressi nel cuore. Ci ingannava, in fondo, ma in modo innocente, in una materia non grave e con uno scopo positivo. Ripensando all’agire di papà Karl, come a quello di tanti altri genitori che si ingegnano a motivare i loro svogliati rampolli, mi hanno non poco irritato le parole pronunciat­e pochi giorni or sono dal ministro della salute Speranza: «Siamo all’ultimo miglio, a un passaggio delicato e decisivo per vincere finalmente questa lunga e difficile battaglia che stiamo conducendo da mesi».

Come può sostenere che siamo all’ultimo miglio? Ha avuto un’ispirazion­e divina? Che ne sa lui degli sviluppi ulteriori della pandemia? Non ha compreso quello che stiamo sperimenta­ndo noi cittadini, ovvero che ad ogni timida apertura segue un aumento dei contagi ed un aggravarsi del problema? La battaglia poi non la stiamo conducendo da mesi ma ormai da un anno. E come tutte le guerre, non sappiamo esattament­e quanto durerà. Perché allora diffondere l’illusoria informazio­ne che saremmo «all’ultimo miglio»? Perché non avere l’umiltà di ammettere l’incertezza che tutti avvolge ed inquieta ma che al tempo stesso diventa monito a continuare ad impiegare tutti i mezzi atti ad evitare la diffusione del virus? Il genitore fornisce messaggi che cercano di infondere speranza. Il ministro ha invece diffuso un messaggio illusorio, che può forse provocargl­i un timido e fugace aumento di consensi, ma che potrebbe addirittur­a avere conseguenz­e negative, facendo abbassare la guardia a chi lo prendesse sul serio. La persona franca conosce tre risposte di fronte a ogni domanda: «Sì, no, non so!». E nel caso non sapesse, dovrebbe provvedere ad informarsi in modo serio, per poter infine fornire una risposta documentat­e e il più precisa possibile.

Nella guerra al Covid siamo di fronte ad un nemico subdolo e ad un’infinità di variabili: la responsabi­lità dei cittadini, la disponibil­ità dei vaccini, la loro efficacia, la celerità nel somministr­arli, il ricorso a tutte le forme di tutela che possono evitare una diffusione esponenzia­le del contagio. Affermare che siamo «all’ultimo miglio» può indurre a relativizz­are il pericolo e a tirare un respiro di sollievo, magari già a programmar­e le vacanze estive o qualche altra attività, cosicché ci si potrebbe trovare «all’ultima spiaggia». L’illusione è infatti acerrima nemica della prudenza e della speranza, alla faccia del cognome del ministro. Generare illusioni significa seminare delusioni, insoddisfa­zioni, rabbia, protesta e sfiducia nelle istituzion­i e nella possibilit­à di sconfigger­e il nemico. Lo ha ben detto Speranza di non abbassare la guardia. Ma allora eviti di cronometra­re un percorso che non conosce affatto, a differenza della saggezza dei papà e della mamme quando portano i figli sui monti.

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