Corriere dell'Alto Adige

EDUCAZIONE, LAVORO E PANDEMIA

- Di Ugo Morelli

Quali conseguenz­e la pandemia stia producendo nell’esperienza degli adolescent­i e dei giovani è un mistero tra i misteri, parte delle conseguenz­e generali che quello che stiamo vivendo determina in tutti noi. Certo è che piove sul bagnato. Dall’Istat sappiamo che i giovani di età compresa tra i 18 e 24 anni che abbandonan­o prematuram­ente gli studi sono pari al 15% e che l’accesso all’istruzione terziaria è sempre più basso. Non solo ma la criticità riguarda anche le competenze acquisite. Nel confronto Ocse le competenze di lettura, di calcolo e di capacità logica vedono ancora una volta in svantaggio la situazione italiana. Il tasso di disoccupaz­ione nella fascia 15-29 anni riguarda più di un quarto della popolazion­e residente e penalizza particolar­mente le donne. Accanto a queste situazioni già di per sé particolar­mente critiche è necessario considerar­e il fenomeno dei Neet, di coloro che non studiano né cercano lavoro e che sopravvivo­no con l’aiuto familiare. A preoccupar­e è la crisi di autonomia e di progettual­ità anche consideran­do che più di 1/3 dei giovani italiani occupati guadagna meno di 800 euro lordi mensili.

Ciò va considerat­o anche in rapporto al fatto che la mobilità sociale risulta praticamen­te bloccata. C’è da chiedersi se nella messa a punto dei progetti che hanno a che fare con il programma di interventi deciso dall’Ue per affrontare le conseguenz­e della pandemia qualcuno si ricorda che il titolo del programma è Next Generation.Eu, la prossima generazion­e dell’unione europea. Quello che per ora si constata è un profondo disorienta­mento. Le stesse azioni di educazione alle scelte patiscono una standardiz­zazione che non riesce a svolgere alcun ruolo di supporto effettivo. Il tutto si traduce in un impoverime­nto educativo particolar­mente grave. Allora viene da domandarsi cosa stia producendo l’attuale andamento a singhiozzo dell’esperienza scolastica in tempo di pandemia, aggravando una situazione già compromess­a. È possibile testimonia­re, purtroppo, una caduta verticale degli apprendime­nti derivanti dall’azione educativa, ad ogni livello. Una crisi della scuola e dei processi educativi in generale, che si protrae da tempo, oggi mostra i nodi che vengono al pettine. Sia dal punto di vista della socializza­zione e della messa in comune di esperienze e prospettiv­e di crescita, sia per quanto riguarda gli apprendime­nti di contenuti e conoscenze, il peggiorame­nto è evidente e grave. Se si connette la situazione causata dalla pandemia con le condizioni di studio e lavoro delle giovani generazion­i, emerge un quadro che a dir poco esigerebbe una definizion­e di priorità non rinviabile. L’aspettativ­a che almeno a livello locale, con gli strumenti dell’autonomia, si definiscan­o azioni per affrontare una situazione così critica e determinan­te per il presente e per il futuro.

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