Una «app» per entrare nei locali
Il «Corona pass» altoatesino: luce verde per vaccinati, guariti e testati da 72 ore
La giunta provinciale ha dato il via libera al «green pass» altoatesino: vaccinati, testati e guariti dal Covid riceveranno un codice Qr da mostrare all’ingresso dei locali e potranno consumare nelle sale all’interno. I ristoratori parlano di un passo della giusta direzione. Kompatscher assicura: «Privacy rispettata» . Il pass potrebbe essere esteso anche a cinema, teatri e musei.
BOLZANO Un green pass per l’Alto Adige: ieri la giunta provinciale ha dato il via libera al progetto di creare una app per riconoscere chi è «protetto» dal Covid. Ovvero , vaccinati, testati e guariti. «Con l’app sarà possibile accedere anche alle sale interne di bar ristoranti» hanno spiegato il presidente della Provincia Arno Kompatscher e l’assessore alla Salute Thomas Widmann che, dopo una falsa partenza, hanno mostrato in diretta youtube come funziona l’app. Ma i punti di domanda sono ancora tanti. A cominciare da chi, come e quando saranno caricati i dati nell’archivio online. Poi ci sono anche dubbi di privacy: infatti al momento del controllo del codice compare anche il nome della persona. In ogni caso i dettagli del passaporto sudtirolese saranno spiegati nella nuova ordinanza che uscirà tra domani e dopodomani e che conterrà le regole a partire dal 26 aprile.
«Attendiamo di vedere quali saranno le mosse del governo nei prossimi giorni e tra giovedì e venerdì firmerò l’ordinanza con le nuove regole. In linea di massima — spiega il governatore Arno Kompatscher — applicheremo regole da zona gialla. Bar e ristoranti potranno fare servizio all’aperto a partire da lunedì come nel resto d’Italia ma — aggiunge — vorremo fare qualche passo in più collegandolo alla nostra strategia di test di massa».
L’orientamento della giunta è di consentire anche la riapertura delle sale al chiuso ma solamente per coloro che possono esibire il passaporto verde. Naturalmente ci saranno anche delle limitazioni legate alla capienza. «Tanti studi ci dicono che all’aria aperta i rischi di contagi sono molto più bassi rispetto al chiuso. Quindi nelle sale all’interno l’accesso sarà consentito solamente con il green pass e con prenotazione. L’app è già pronta» ha spiegato Kompatscher protagonista di un siparietto insieme al collega Widmann. I due hanno avvicinato i cellulari per mostrare l’app che, al primo colpo si è inceppata. Ma al secondo ha funzionato. E sul telefono di Widmann è comparsa la spunta verde accanto al nome di Arno Kompatscher.
Il fatto che i ristoratori vengano a conoscenza del nome dei loro ospiti. Anche di quelli che non pagano con bancomat, ha subito fatto discutere per ragioni di privacy. Ma sia Kompatscher sia Widmann
Gli albergatori
«Adesso dobbiamo impegnarci tutti per scongiurare un altro lockdown»
hanno assicurato che i dati personali sono al sicuro. «Chi inquadra il codice Qr non sa se il soggetto è guarito, testato o vaccinato. La privacy è garantita».
Lo stesso sistema potrebbe essere utilizzato anche per la cultura. Ovvero per cinema, teatri e concerti. Il governo sembra orientato a riaprirli dal 26 aprile con capienza limitata e posti preassegnati, non è chiaro se la giunta prevedrà anche qui l’obbligo del green pass.
La grande difficoltà sarà inserire tutti i dati personali all’interno della banca dati dell’app. Per quanto riguarda i testati l’inserimento dovrebbe essere abbastanza automatico, più problematica invece la migrazione dei dati dei guariti e delle persone che hanno concluso il ciclo vaccinale. «Il sistema sarà compatibile con quello nazionale» assicura Kompatscher che prima di firmare l’ordinanza vuole attendere le ultime mosse del governo.
L’ipotesi di un’impugnazione per il momento non viene nemmeno presa in considerazione. Anche se la decisione di aprire le sale all’interno va contro le indicazioni di Draghi, Kompatscher è fiducioso di convincere Palaz
zo Chigi con la campagna di screening di massa. «I risultati già si vedono» sottolinea l’assessore Widmann che snocciola i numeri delle prime giornate. «Abbiamo effettuato oltre 1300 test nelle postazioni attivate da Provincia e Comuni individuando 4 positivi. Altri 28 li abbiamo trovati nelle scuole grazie a 34mila test. Solo così — rimarca Widmann — possiamo interrompere le catene di contagi. Se 28 ragazzi positivi vanno in giro, nel giro di pochi giorni avremo centinaia di contagi e bisognerebbe chiudere tutto di nuovo».
Al momento l’Asl ha «in casa» circa 2,4 milioni di test che basteranno per le prossime settimane. Ma non si esclude un passaggio ai test salivari che piacciono tanto al governo. «Se arriverà una soluzione certificata più affidabile siamo pronti ad adottarla. Ad esempio i test salivari che sono molto semplici da fare. Anche su questo attendiamo di vedere le mosse del governo» conclude Kompatscher.
La soluzione scelta dalla giunta piace molto agli albergatori che ringraziano. Specialmente nelle zone di montagna è ancora impossibile fare servizio all’esterno e il «passaporto altoatesino» consentirà a molti di riaprire. «É un passo nella direzione giusta, adesso — commenta il presidente Hgv, Manfred Pinzger — dobbiamo tutti impegnarci per evitare una nuova chiusura».