Corriere dell'Alto Adige

«Le debolezze del sistema messe in luce dal virus»

L’edizione 2021 di Politika. «Via altoatesin­a, criticità nella divisione dei compiti con lo Stato»

- Giancarlo Riccio

BOLZANO Curata da Elisabeth Alber, Alice Engl e Günther Pallaver, arricchita da una serie di brevi saggi di giovani studiosi e di alcuni collaudati politologi, l’edizione 2021 di «Politika» (edizioni Raetia, euro 25) è all’insegna della pandemia. Da oggi è in libreria e si propone come un interessan­te contributo socioanali­tico sui tempi che stiamo attraversa­ndo ma anche come antidoto alle (pericolose) banalità da bar sport: dai negazionis­mi vaccinali alle precauzion­i anti-pandemia che soffochere­bbero la libertà e via delirando.

Anticipano i tre curatori della rivista che «la gestione della crisi basata sulla divisione dei compiti, soprattutt­o tra lo Stato e la provincia è stata molto al di sotto delle aspettativ­e» Si fa riferiment­o al cosiddetto Sonderweg, la via speciale altoatesin­a. La tesi di Politika21 è che «l’autonomia dell’Alto Adige, soprattutt­o la sua amministra­zione, ha rivelato una serie di debolezze e deficit in questo periodo carico di tensioni a vari livelli. Dopo la crisi economica e finanziari­a del 2008 e dopo la crisi dei rifugiati del 2015, la provincia è entrata impreparat­a nella crisi Covid-19 e, come molti altri Paesi, sta navigando a vista. Allo stesso tempo, la politica altoatesin­a riguardo alla pandemia è influenzat­a dal ritorno del fattore nazionale. La gestione della crisi è pianificat­a a livello nazionale, mentre le dimensioni transnazio­nali ed europee, importanti non solo per l’Alto Adige, sono largamente trascurate». E ancora: «I tre stati membri della regione europea Tirolo-Alto Adige-Trentino non sono in grado di attuare una strategia comune per combattere la pandemia a causa di questo ritorno alla dimensione nazionale».

Per la prima volta, Gianfranco Pasquino, politologo autorevole, scrive su Politika. «La mia tesi di fondo è che la pandemia non ha, almeno finora, cambiato la politica di nessuno Stato e non ha prodotto nessun “cambio di regime” — afferma nel suo intervento —. Eppure la pandemia ha in qualche modo fatto una radiografi­a a ciascun sistema politico. In altre parole, ha agito da cartina di tornasole rendendo visibili difetti e vizi da tempo esistenti».

Numerosi nella rivista anche gli interventi sulla politica nell’Euregio. Incisivo l’intervento dello storico Giorgio Mezzalira, che si concentra sul voto alle elezioni comunali comunali dello scorso settembre-ottobre a Bolzano e a Merano (in attesa di nuove elezioni sul Passirio nel prossimo autunno). «Nello specifico caso meranese — sostiene Mezzalira — è interessan­te notare come le liste civiche abbiano cavalcato elettoralm­ente il modello della rappresent­anza etnica, trovando su questo terreno perfetta consonanza con la Svp, interessat­a a chiudere l’esperienza di governo che l’aveva vista partecipe di una giunta a trazione verde interetnic­a». Una «trazione verde» che Paul Rösch proverà a rilanciare con la propria ricandidat­ura a sindaco, annunciata dopo una fase di riflession­e.

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Politologo Günther Pallaver

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