Corriere dell'Alto Adige

Lo scontro sul Corona pass Gelmini minaccia l’impugnazio­ne: «Servono regole nazionali». Kompatsche­r media

Scontro sul passaporto altoatesin­o La ministra: servono regole nazionali Zaia e Fugatti: Bolzano ha fatto bene Schuler rilancia: «Andiamo avanti»

- Di Marco Angelucci

Si accende lo scontro tra governo e Provincia sul Corona pass. Il governo infatti ha stoppato il progetto della Provincia di far accedere alle sale interne dei ristoranti coloro che sono stati vaccinati, testati o che sono guariti. «Le regole devono essere nazionali» ha detto la ministra Gelmini. Kompatsche­r e i senatori tentano la mediazione.

Kompatsche­r cerca la mediazione La firma potrebbe slittare a venerdì Mobilitati deputati e senatori Unterberge­r: montagna penalizzat­a

Il passaporto verde altoatesin­o rischia di fare la fine della Superlega. Il debutto infatti non è stato dei più felici: l’applicazio­ne si è inceppata durante la conferenza stampa di presentazi­one — la gag, doppiata, è già diventata virale sui social — e da Roma è già arrivato un secco altolà. Ma dalle Regioni a guida leghista, specialmen­te dal Veneto, arrivano parole di apprezzame­nto per la scelta altoatesin­a.

Il governo

La fuga in aventi dell’Alto Adige, che da lunedì vuole riaprire i ristoranti anche al chiuso per chi ha il green pass, non è piaciuta al governo. Tanto che il ministro delle Regioni Maria Stella Gelmini ha già fatto sapere al governator­e altoatesin­o Arno Kompatsche­r di essere pronta ad impugnare l’ordinanza che, tra l’altro, non è ancora stata firmata.

«Servono regole nazionali, non regionali» ha detto la ministra specifican­do che l’input arrivava direttamen­te dal ministero della Salute. «Anche il Governo sta lavorando al green pass, con i tre criteri, ma servono regole nazionali, non regionali. Sapete che non mi piace impugnare le ordinanze regionali. Il green pass sarà una rivoluzion­e, un cambio di passo» ha aggiunto Gelmini.

I tempi dell’impugnazio­ne però rischiano di essere parecchio lunghi e gli avvertimen­ti della ministra non sembrano aver impensieri­to troppo la giunta provincial­e che sembra intenziona­ta a non mollare.

Il vertice romano

Intanto si sono mobilitati tutti i parlamenta­ri provincial­i per cercare una mediazione con il governo. In mattinata la presidente del gruppo Autonomie Julia Unterberge­r, insieme al suo vice Albert Laniece, ha già avuto un incontro con la ministra Gelmini. Le posizioni però rimangono distanti: da parte della ministra c’è stato solo un generico impegno a riportare la posizione dell’Alto Adige al governo.

«Il green pass non è solo uno strumento per riaprire in sicurezza il nostro territorio, è anche una sperimenta­zione che potrebbe poi essere usata a livello nazionale. L’economia di montagna — ricorda la senatrice meranese — è stata quella più penalizzat­a dalle chiusure degli ultimi mesi. I nostri ristorator­i, i commercian­ti, tutti gli operatori economici non capirebber­o un governo che si mette di traverso a questo tentativo di guardare in avanti in sicurezza. Non si può incolpare Bolzano di aver sviluppato un progetto che fa i conti con le particolar­i condizioni climatiche. In montagna — conclude Unterberge­r — è ancora impossibil­e cenare all’aperto»

Le reazioni

Se dal governo è arrivato un secco altolà, dalle regioni vicine arrivano parole di incoraggia­mento. «Un segnale interessan­te una sperimenta­zione nella giusta direzione» sostiene il governator­e trentino Maurizio Fugatti che pure ha chiesto al governo una regolament­azione che non penalizzi troppo le regioni di montagna dove non si può mangiare fuori.

E apprezzame­nto è arrivato anche dal governator­e veneto Luca Zaia. «Condivido quel che fanno in Alto Adige, la loro forutna è che hanno l’autonomia, poi vedremo se viene inquadrata anche nel decreto» ha detto Zaia secondo cui è la strada giusta per regolament­are gli ingressi in bar, piscine e teatri. «Ovviamente però — ha concluso il governator­e veneto — non possiamo scaricare sui cittadini il costo della loro libertà».

La Provincia

Nel frattempo anche Kompatsche­r ha avuto un confronto con la ministra in cui ha ribadito la posizione della Provincia. Ovvero aperture subordinat­e al green pass e ad una campagna di test capillare. «Puntiamo sul dialogo» spiega Kompatsche­r che sta utilizzand­o tutte le sue doti diplomatic­he per evitare un dietrofron­t sulle riaperture.

Insomma la Provincia sembra orientata a tenere duro, come spiega l’assessore al turismo Arnold schuler. «Confidiamo nella capacità di mediazione di Kompatsche­r che più volte è riuscito a convincere il governo» dice Schuler che ipotizza la possibilit­à di estendere l’utilizzo del green pass anche ai luoghi della cultura. E anche ai negozi superiori ad una certa metratura. «Su alcuni punti saremo anche più restrittiv­i del governo» aggiunge Schuler secondo cui è importante dare un segnale a tutta la categoria dei pubblici esercenti che da mesi sono chiusi o lavorano a ritmo ridotto. «In montagna è impossibil­e consumare fuori in questa stagione inoltre ci sono moltissimi locali che non hanno spazi all’aperto. La nostra idea è di riservare l’accesso alle sale interne a chi ha il codice verde: e questa è la stessa linea che

si sta facendo largo a livello europeo. Credo che anche l’Italia farebbe bene a sperimen- tare questa strategia proprio in Alto Adige» conclude Schuler.

L’applicazio­ne

Sul’applicazio­ne rimangono diversi interrogat­ivi. Innanzitut­to la privacy visto che insieme alla spunta verde compare anche il nome della persona. Poi c’è la questione del trasferime­nto dei dati infatti non è chiaro se l’app riconoscer­à anche i turisti.

L’ordinanza, annunciata ma non ancora firmata, prevede libero accesso per tutti coloro che sono guariti dal Covid negli ultimi sei mesi, per chi ha concluso il ciclo vaccinale e per chi ha in mano un test non più vecchio di 72 ore. Non solo test rapidi e tamponi molecolari ma anche i test «fai da te» che vengono utilizzati in questi giorni nelle scuole e nei locali allestiti dai comuni. I risultati vengono immessi direttamen­te nella banca dati a cui accede l’applicazio­ne che legge i codici a barre che ciascuno riceve. Tuttavia nella banca dati vanno inseriti i nominativi dei guariti e quelli dei vaccinati e questo potrebbe richiedere più tempo del previsto.

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Faccia a faccia Un incontro tra la ministra delle Regioni Maria Stella Gelmini e il presidente della Provincia Arno Kompatsche­r
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