Lo scontro sul Corona pass Gelmini minaccia l’impugnazione: «Servono regole nazionali». Kompatscher media
Scontro sul passaporto altoatesino La ministra: servono regole nazionali Zaia e Fugatti: Bolzano ha fatto bene Schuler rilancia: «Andiamo avanti»
Si accende lo scontro tra governo e Provincia sul Corona pass. Il governo infatti ha stoppato il progetto della Provincia di far accedere alle sale interne dei ristoranti coloro che sono stati vaccinati, testati o che sono guariti. «Le regole devono essere nazionali» ha detto la ministra Gelmini. Kompatscher e i senatori tentano la mediazione.
Kompatscher cerca la mediazione La firma potrebbe slittare a venerdì Mobilitati deputati e senatori Unterberger: montagna penalizzata
Il passaporto verde altoatesino rischia di fare la fine della Superlega. Il debutto infatti non è stato dei più felici: l’applicazione si è inceppata durante la conferenza stampa di presentazione — la gag, doppiata, è già diventata virale sui social — e da Roma è già arrivato un secco altolà. Ma dalle Regioni a guida leghista, specialmente dal Veneto, arrivano parole di apprezzamento per la scelta altoatesina.
Il governo
La fuga in aventi dell’Alto Adige, che da lunedì vuole riaprire i ristoranti anche al chiuso per chi ha il green pass, non è piaciuta al governo. Tanto che il ministro delle Regioni Maria Stella Gelmini ha già fatto sapere al governatore altoatesino Arno Kompatscher di essere pronta ad impugnare l’ordinanza che, tra l’altro, non è ancora stata firmata.
«Servono regole nazionali, non regionali» ha detto la ministra specificando che l’input arrivava direttamente dal ministero della Salute. «Anche il Governo sta lavorando al green pass, con i tre criteri, ma servono regole nazionali, non regionali. Sapete che non mi piace impugnare le ordinanze regionali. Il green pass sarà una rivoluzione, un cambio di passo» ha aggiunto Gelmini.
I tempi dell’impugnazione però rischiano di essere parecchio lunghi e gli avvertimenti della ministra non sembrano aver impensierito troppo la giunta provinciale che sembra intenzionata a non mollare.
Il vertice romano
Intanto si sono mobilitati tutti i parlamentari provinciali per cercare una mediazione con il governo. In mattinata la presidente del gruppo Autonomie Julia Unterberger, insieme al suo vice Albert Laniece, ha già avuto un incontro con la ministra Gelmini. Le posizioni però rimangono distanti: da parte della ministra c’è stato solo un generico impegno a riportare la posizione dell’Alto Adige al governo.
«Il green pass non è solo uno strumento per riaprire in sicurezza il nostro territorio, è anche una sperimentazione che potrebbe poi essere usata a livello nazionale. L’economia di montagna — ricorda la senatrice meranese — è stata quella più penalizzata dalle chiusure degli ultimi mesi. I nostri ristoratori, i commercianti, tutti gli operatori economici non capirebbero un governo che si mette di traverso a questo tentativo di guardare in avanti in sicurezza. Non si può incolpare Bolzano di aver sviluppato un progetto che fa i conti con le particolari condizioni climatiche. In montagna — conclude Unterberger — è ancora impossibile cenare all’aperto»
Le reazioni
Se dal governo è arrivato un secco altolà, dalle regioni vicine arrivano parole di incoraggiamento. «Un segnale interessante una sperimentazione nella giusta direzione» sostiene il governatore trentino Maurizio Fugatti che pure ha chiesto al governo una regolamentazione che non penalizzi troppo le regioni di montagna dove non si può mangiare fuori.
E apprezzamento è arrivato anche dal governatore veneto Luca Zaia. «Condivido quel che fanno in Alto Adige, la loro forutna è che hanno l’autonomia, poi vedremo se viene inquadrata anche nel decreto» ha detto Zaia secondo cui è la strada giusta per regolamentare gli ingressi in bar, piscine e teatri. «Ovviamente però — ha concluso il governatore veneto — non possiamo scaricare sui cittadini il costo della loro libertà».
La Provincia
Nel frattempo anche Kompatscher ha avuto un confronto con la ministra in cui ha ribadito la posizione della Provincia. Ovvero aperture subordinate al green pass e ad una campagna di test capillare. «Puntiamo sul dialogo» spiega Kompatscher che sta utilizzando tutte le sue doti diplomatiche per evitare un dietrofront sulle riaperture.
Insomma la Provincia sembra orientata a tenere duro, come spiega l’assessore al turismo Arnold schuler. «Confidiamo nella capacità di mediazione di Kompatscher che più volte è riuscito a convincere il governo» dice Schuler che ipotizza la possibilità di estendere l’utilizzo del green pass anche ai luoghi della cultura. E anche ai negozi superiori ad una certa metratura. «Su alcuni punti saremo anche più restrittivi del governo» aggiunge Schuler secondo cui è importante dare un segnale a tutta la categoria dei pubblici esercenti che da mesi sono chiusi o lavorano a ritmo ridotto. «In montagna è impossibile consumare fuori in questa stagione inoltre ci sono moltissimi locali che non hanno spazi all’aperto. La nostra idea è di riservare l’accesso alle sale interne a chi ha il codice verde: e questa è la stessa linea che
si sta facendo largo a livello europeo. Credo che anche l’Italia farebbe bene a sperimen- tare questa strategia proprio in Alto Adige» conclude Schuler.
L’applicazione
Sul’applicazione rimangono diversi interrogativi. Innanzitutto la privacy visto che insieme alla spunta verde compare anche il nome della persona. Poi c’è la questione del trasferimento dei dati infatti non è chiaro se l’app riconoscerà anche i turisti.
L’ordinanza, annunciata ma non ancora firmata, prevede libero accesso per tutti coloro che sono guariti dal Covid negli ultimi sei mesi, per chi ha concluso il ciclo vaccinale e per chi ha in mano un test non più vecchio di 72 ore. Non solo test rapidi e tamponi molecolari ma anche i test «fai da te» che vengono utilizzati in questi giorni nelle scuole e nei locali allestiti dai comuni. I risultati vengono immessi direttamente nella banca dati a cui accede l’applicazione che legge i codici a barre che ciascuno riceve. Tuttavia nella banca dati vanno inseriti i nominativi dei guariti e quelli dei vaccinati e questo potrebbe richiedere più tempo del previsto.