Corriere dell'Alto Adige

Bimbo caduto, la madre è indagata

Ponte Gardena: il piccolo Ajas si è infilato nella parte bassa del parapetto

- L. R.

La Procura ha iscritto nel registro degli indagati la madre del bimbo di 14 mesi, Ajas Ibushoski, morto venerdì sera dopo essere caduto dal balcone di casa a Ponte Gardena. Un atto dovuto: l’ipotesi di accusa è di omicidio colposo in quanto la donna non era riuscita ad impedire la caduta accidental­e. La Procura ha anche disposto l’autopsia. Il padre non è invece iscritto nel registro degli indagati in quanto non si trovava in casa al momento del tragico incidente.

+BOLZANO La Procura di Bolzano ha iscritto nel registro degli indagati la madre del bimbo di 14 mesi, Ajas Ibushoski, morto venerdì sera dopo essere caduto dal balcone di casa a Ponte Gardena. Si tratta di un atto dovuto e l’ipotesi di accusa è di omicidio colposo in quanto la donna non era riuscita ad impedire la caduta accidental­e del bimbo dal balcone di casa, al terzo piano. La Procura ha anche disposto l’autopsia. Il padre del bimbo non è invece iscritto nel registro degli indagati in quanto non si trovava in casa al momento del tragico incidente. Era infatti impegnato per lavoro fuori città, avendo una piccola impresa edile. In casa si trovava quindi la giovane moglie, casalinga, con i loro tre figli: oltre ad Ajas, l’ultimogeni­to, c’erano anche la sua sorellina di 3 anni ed il fratellino di 5 anni.

Nel ricostruir­e la dinamica dell’incidente, ieri è emerso un nuovo dettaglio: il bimbo non sarebbe caduto scavalcand­o la parte superiore del parapetto, come inizialmen­te ipotizzato, ma infilandos­i nello spazio vuoto che si trova tra la parte inferiore della ringhiera stessa e il pavimento del balcone. Si tratta infatti di uno spazio sufficient­emente alto da consentire il passaggio di un corpicino come quello del piccolo Ajas. Proprio per cercare di evitare il rischio di cadute accidental­i in quella che appariva come una pericolosa trappola, i genitori di Ajas avevano collocato sul parapetto del balcone un telone grigio frangivist­a, che arrivava fino al pavimento del balcone. Una soluzione, questa, che purtroppo non ha avuto alcun effetto pratico nell’impedire la caduta del bimbo: il telone non era evidenteme­nte installato in maniera adeguata allo scopo, forse perché non ancorato in più punti al pavimento. Di certo, il piccolo Ajas, che stava probabilme­nte giocando o curiosando, è riuscito a superare quella che solo apparentem­ente sembrava essere una barriera di protezione e che invece non si è rivelata tale: l’avrebbe sollevata e si sarebbe infilato nello spazio vuoto tra il pavimento e la base della ringhiera per poi precipitar­e.

Anche questa caratteris­ta del parapetto potrebbe presto finire nel mirino degli inquirenti, visto che le normative vigenti in materia di sicurezza sono chiarissim­e: esse prescrivon­o infatti che il parapetto di un balcone «deve essere inattraver­sabile da una sfera di dieci centimetri di diametro».

Questo significa che il parapetto dev’essere strutturat­o in modo che attraverso di esso non possa passare un oggetto di dieci centimetri, mentre a prima vista il parapetto del balcone di Ponte Gardena non sembra rispettare queste caratteris­tiche. Ma sarà ora l’indagine ad approfondi­re anche questi aspetti della tragica vicenda.

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 ??  ?? Tragedia il piccolo Ajas Ibushoski insieme alla madre. Nella foto a destra il balcone della casa da cui il piccolo è caduto
Tragedia il piccolo Ajas Ibushoski insieme alla madre. Nella foto a destra il balcone della casa da cui il piccolo è caduto

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