Corriere dell'Alto Adige

«Ho percepito il corpo di Peter a Ravina»

Il sensitivo germanico

- M. An.

«Ho guardato la foto di Peter e ho sentito che era sotto il ponte di Ravina». Michael Schneider è un sensitivo germanico che da 15 anni ricerca persone scomparse: già due mesi fa aveva indicato il punto in cui trovare Laura Perselli, domenica ha «sentito» Peter ed ha chiesto ai familiari di cercare a Trento.

BOLZANO «Ho sentito che il corpo di Peter era lì. Sotto il ponte di Ravina». Michael Schneider è un ex giornalist­a laureato in Scienze politiche che, da 15 anni, cerca le persone scomparse, Con metodi che di ortodosso hanno molto poco. Ma stavolta, e non è l’unica a giudicare dai suoi racconti, ci ha visto giusto.

Lei è il sensitivo che ha contattato la famiglia Neumair. Come mai?

«Io mi occupo di cercare le persone scomparse, ho voluto dare una mano a risolvere questo caso».

Lei dice di aver “sentito” Peter. Cosa ha avvertito?

«Ho sentito che era morto ed era incastrato sotto il ponte nei pressi dell’aeroporto di Trento. A quel punto ho subito contattato la sorella che sta a Brunico per chiederle di andare a cercare in quel punto preciso. Ho anche mandato una mail ai carabinier­i e ai vigili del fuoco».

Le sue lettere sono agli atti del processo. Aveva “sentito” anche Laura?

«Sì due mesi fa. Anche in quel caso avevo mandato una mail ai carabinier­i e ai vigili del fuoco dicendo loro di cercare a Ora. Nessuno però mi

ha dato retta, tre giorni dopo hanno organizzat­o le grandi ricerche con i sommozzato­ri e hanno anche svuotato il fiume. L’hanno trovata meno di due chilometri a valle da dove l’avevo vista. É possibile che in tre giorni la corrente l’abbia trascinata più a valle».

Come funzionano le sue ricerche? Come fa a sentire il punto in cui sono le persone scomparse?

«Per prima cosa guardo la foto e sento se la persona è viva o morta. Poi apro una carta geografica e inizio a scorrerla con il dito. quando arrivo in un determinat­o punto sento delle voci che mi dicono in quale punto si trova il corpo».

Ha risolto altri casi?

«Sì di recente mi sono anche occupato di una bambina scomparsa a Brescia, avevo visto il posto giusto. A volte sbaglio perché anche io sono umano. Ho un dono che mi è stato dato dal Signore e cerco di utilizzarl­o per fare del bene: se ci azzeccassi sempre forse mi rapirebber­o per predire il corso della borsa».

Le sue segnalazio­ni cadono però spesso nel vuoto?

«La polizia è “gelosa” del proprio lavoro, specialmen­te in Germania c’è grande chiusura. Nei Paesi latini meno. Ma eserciti e servizi segreti usano questi anche sistemi»

Schneider

«Guardo la foto e poi passo la mano sulla mappa, delle voci mi dicono il punto esatto»

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