Corriere dell'Alto Adige

Pesticidi, la moratoria scade oggi

La fuga degli apicoltori: «Spostiamo le arnie per evitare che le api muoiano»

- Marco Angelucci

La fioritura dei meli è finita e questa sera a mezzanotte scade il divieto di utilizzare i pesticidi al disotto dei 500 metri. Per gli apicoltori è un incubo. «Chi può sposta le arnie in quota, se vengono innaffiate dai pesticidi le api muoiono» dice l’Obmann dell’associazio­ne apicoltori Engelbert Pohl che chiede ai contadini di spruzzare solo la sera e al mattino presto per evitare una strage. E ai cittadini di mettere fiori sui balconi. Per dare alle api un’alternativ­a

BOLZANO Questa sera alle 24 scade il divieto di utilizzare i pesticidi nel fondovalle e inizia la grande fuga degli apicoltori. «Spostiamo le arnie per evitare che le api muoiano» racconta Engelbert Pohl, Obmann dell’associazio­ne altoatesin­a degli apicoltori che lancia un doppio appello. Ai contadini per fare in modo che le irrorazion­i non avvengano durante il giorno e anche alla popolazion­e. «Mettete fiori sui vostri balconi, in modo che le api abbiano un’alternativ­a ai filari di mele» dice Pohl.

Sembra quasi una gigantesca partita a nascondino quella che sta per iniziare nella valle dell’Adige, tra Merano e Salorno. Una valle in cui la regina incontrast­ata è la mela, migliaia di kilometri di filari che, per produrre tanto, devono essere trattati con insetticid­i, funghicidi e diversi generi di pesticidi. Prodotti che per le api sono dannosissi­mi. Ed è proprio per questo che, su pressione degli apicoltori, è stata vietata l’irrorazion­e per tutto il periodo della fioritura del melo. Ma ora la moratoria è finita e da domani si riprende a spruzzare.

«Speriamo che i contadini rispettino l’impegno a non irrorare i campi durante il giorno quando le api sono in volo in cerca di polline. Se si spruzza la sera o al mattino presto, il prodotto si secca i rischi sono molto inferiori. Ma se un’ape viene innaffiata da pesticidi in forma liquida allora non tornerà più nell’arnia» aggiunge Pohl.

Proprio per evitare una strage, gli apicoltori chiedono ai cittadini di mettere fiori alle finestre e sui balconi. «É importante dare alle api un’alternativ­a ai filari di meli. Per fortuna negli ultimi anni la consapevol­ezza della popolazion­e è molto aumentare, le persone — aggiunge Phol — hanno capito l’importanza delle api per la biodiversi­tà. Ogni anno abbiamo circa 200 nuovi iscritti, soprattutt­o giovani».

Ma intanto, chi può, fugge dal fondovalle dominato dall’agricoltur­a intensiva. «Portiamo le api in quota ma nemmeno troppo in alto perché i fiori non ci sono ancora. Ma

L’Obmann «Sperare che venga rispettato l’impegno a non spruzzare durante il giorno»

cerchiamo di allontanar­le dal fondovalle» conclude Pohl che le sue api le ha trasferite da Salorno a Castelbell­o, in val Venosta. Appena 50 metri sopra la soglia dei 500 metri dove, a partire da domani inizierà una vera e propria guerra batteriolo­gica per distrugger­e quegli insetti che mettono a rischio la produzione di mele, il frutto italiano più esportato nel mondo. Oltre un milione di tonnellate, circa un terzo della produzione nazionale, arriva dall’Alto Adige.

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Filari di mele in fiore nei pressi della chiesa di San Maurizio: da questa sera alle 24 scade il divieto di spruzzare pesticidi sotto i 500 metri
Nettare Filari di mele in fiore nei pressi della chiesa di San Maurizio: da questa sera alle 24 scade il divieto di spruzzare pesticidi sotto i 500 metri

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