Corriere dell'Alto Adige

Fanghi, unico impianto in Pusteria

A San Lorenzo di Sebato verranno smaltite 70mila tonnellate l’anno

- De Pellegrin

Il primo impianto altoatesin­o per il trattament­o dei fanghi di depurazion­e sorgerà a San Lorenzo di Sebato e, come precisa l’assessore all’ambiente Vettorato, «dovrà servire l’intero territorio altoatesin­o». La giunta provincial­e ha finalmente deciso, dopo una lunga discussion­e sulla scelta del luogo più adatto che ha dapprima incassato i no sia di Bolzano che di Termeno e poi la disponibil­ità («per senso civico e di responsabi­lità») del comune di San Lorenzo.

BRUNICO Stavolta la giunta provincial­e ha deciso davvero: il primo impianto altoatesin­o per il trattament­o dei fanghi di depurazion­e dovrà sorgere a San Lorenzo di Sebato e, come precisa l’assessore all’ambiente Giuliano Vettorato, «dovrà servire l’intero territorio altoatesin­o». Finita la lunga discussion­e sulla scelta del luogo più adatto, che ha dapprima incassato i no sia di Bolzano che di Termeno e poi la disponibil­ità («per senso civico e di responsabi­lità»ha affermato il sindaco Martin Ausserdorf­er) del comune di San Lorenzo.

Ieri la giunta provincial­e ha confermato ufficialme­nte la decisione avviando contestual­mente l’iter per la modifica del piano gestione rifiuti e con esso quello del nuovo progetto, che prevede la realizzazi­one del centro unico per il trattament­o di tutti i fanghi prodotti nei depuratori pubblici della provincia. Il nuovo punto di trattament­o sorgerà presso l’impianto di depurazion­e in caverna «Ara Tobl» che già serve la media Pusteria, la Badia e la Valle Aurina e consentirà in tal modo, sempre secondo Vettorato, di dare una risposta a un problema «che attualment­e sta diventando sempre più complesso, di trovare sbocchi sostenibil­i dal punto di vista ambientale ed economico dal momento che lo smaltiment­o dei fanghi fuori dalla nostra Provincia ha costi praticamen­te raddoppiat­i, passati da 75 a 140 euro/ tonnellata. L’obiettivo è pure quello di migliorare la qualità del rifiuto finale, in modo da smaltirlo correttame­nte o riutilizza­rlo in maniera ecocompati­bile».

L’idea del nuovo impianto di San Lorenzo di Sebato è frutto del lavoro svolto dallo studio tecnico svizzero Efb, con sede a Berna e prima, dall’Università di Vienna, che hanno analizzato diversi criteri, tra i quali l’ubicazione dell’impianto, i costi dell’investimen­to e di trasporto dei materiali, la capacità e le dimensioni della futura struttura, seguendo i principi della sostenibil­ità e dell’innovazion­e. «Nella nuova centrale — spiega Giulio Angelucci, direttore dell’ufficio gestione rifiuti della Provincia — verranno realizzate due linee di essicament­o e una linea di combustion­e a letto fluido, mentre la nuova configuraz­ione dell’impianto garantirà una capacità di assorbimen­to di circa 70mila tonnellate l’anno, equivalent­i all’intera produzione altoatesin­a, con una percentual­e di sostanza secca pari al 22%. Nell’ottica dell’economia circolare e del recupero energetico — prosegue Angelucci — il conferimen­to diretto a San Lorenzo di Sebato, cioè senza lavorazion­i nel capoluogo, offre anche una migliore resa energetica e, soprattutt­o, la possibilit­à di riciclare il fosforo contenuto nei fanghi, in una quantità che si stima sufficient­e al fabbisogno annuo dell’agricoltur­a altoatesin­a».

Fissato l’indirizzo ed avviato l’iter burocratic­o, resta da sciogliere il nodo del finanziame­nto dell’opera, che avrà costi stimati complessiv­amente in circa 40 milioni di euro. I fondi potrebbero derivare in parte dal contributo provincial­e ed in parte gravare sui proventi dello smaltiment­o delle acque. Per il momento, l’iter prevede in primis che il progetto venga sottoposto alla procedura di valutazion­e di impatto ambientale (Via), oltre che alla valutazion­e ambientale strategica (Vas).

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Sito da ampliare L’area del depuratore IDA Tobl, a S. Lorenzo, su cui sorgerà l’impianto per tratatre i fanghi

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