MEDIOCREDITO, LA VITTORIA DELL’ALTO ADIGE
C’ è da chiedersi perché in Trentino, nella recente vicenda Mediocredito, sono parse in vacanza autonomia e buonsenso.
parte le insofferenze personali e, tra loro, si parlano.
La domanda che si sono poste , immaginiamo, era semplice: perché mai fare spazio nel «nostro» mercato — ove lavorano in domestica concorrenza Raiffeisen, Casse e Popolari — ad altri concorrenti attraverso uno strumento di cui, per giunta, siamo azionisti? La risposta, lo dicono i fatti, è stata altrettanto semplice: Kompatscher dopo che per mesi aveva assicurato a Fugatti che era pronto a vendere, lunedì ha detto che «per ora» Bolzano non cederà la sua quota di Mediocredito: perché preferisce valutare il piano industriale della banca e seguirne gli sviluppi. Come dire: voglio vedere cosa succede e, se non mi va, intervengo. Anzi, noi sudtirolesi interverremo.
Lo possono fare tranquillamente: decaduti i vecchi patti parasociali e aggiornate le prospettive, gli azionisti di Bolzano detengono la maggioranza delle quote e 6 consiglieri d’amministrazione su 11. Da lunedì Trento può parlare, ma non decidere. È vero, Rainer Masera, il nuovo presidente di Mediocredito che succede a Franco Senesi, che in diciott’anni ha trasformato e rafforzato la banca, è stato proposto da Fugatti. Il suo curriculum, tuttavia, è tale che lo pone al di sopra delle tensioni provinciali. Offrirà una visione ed una gestione altamente professionali. Proprio le virtù che servirebbero anche al Trentino per non ritrovarsi, dopo aver pensato di reinventare il credito «territoriale», con poco o nulla in mano. Sia detto sottovoce: non è detto che l’esito di questa vicenda, dati i tempi, sia negativo. Con il suggerimento che viene dalla cronaca: credito ed autonomia vanno gestiti da professionisti. Vedremo gli sviluppi.