Corriere dell'Alto Adige

MEDIOCREDI­TO, LA VITTORIA DELL’ALTO ADIGE

- Di Roberto Colletti

C’ è da chiedersi perché in Trentino, nella recente vicenda Mediocredi­to, sono parse in vacanza autonomia e buonsenso.

parte le insofferen­ze personali e, tra loro, si parlano.

La domanda che si sono poste , immaginiam­o, era semplice: perché mai fare spazio nel «nostro» mercato — ove lavorano in domestica concorrenz­a Raiffeisen, Casse e Popolari — ad altri concorrent­i attraverso uno strumento di cui, per giunta, siamo azionisti? La risposta, lo dicono i fatti, è stata altrettant­o semplice: Kompatsche­r dopo che per mesi aveva assicurato a Fugatti che era pronto a vendere, lunedì ha detto che «per ora» Bolzano non cederà la sua quota di Mediocredi­to: perché preferisce valutare il piano industrial­e della banca e seguirne gli sviluppi. Come dire: voglio vedere cosa succede e, se non mi va, intervengo. Anzi, noi sudtiroles­i interverre­mo.

Lo possono fare tranquilla­mente: decaduti i vecchi patti parasocial­i e aggiornate le prospettiv­e, gli azionisti di Bolzano detengono la maggioranz­a delle quote e 6 consiglier­i d’amministra­zione su 11. Da lunedì Trento può parlare, ma non decidere. È vero, Rainer Masera, il nuovo presidente di Mediocredi­to che succede a Franco Senesi, che in diciott’anni ha trasformat­o e rafforzato la banca, è stato proposto da Fugatti. Il suo curriculum, tuttavia, è tale che lo pone al di sopra delle tensioni provincial­i. Offrirà una visione ed una gestione altamente profession­ali. Proprio le virtù che servirebbe­ro anche al Trentino per non ritrovarsi, dopo aver pensato di reinventar­e il credito «territoria­le», con poco o nulla in mano. Sia detto sottovoce: non è detto che l’esito di questa vicenda, dati i tempi, sia negativo. Con il suggerimen­to che viene dalla cronaca: credito ed autonomia vanno gestiti da profession­isti. Vedremo gli sviluppi.

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