L’appello congiunto di Cai e Avs «Escursionismo, riaprire subito Kit per i test anche nei rifugi»
Rifugi di montagna ancora chiusi a distanza di oltre un anno, fatta salva la parentesi dell’estate 2020 e regole ancora incerte sulle possibilità di accedervi. Questa la situazione che Cai e Alpenverein con i rispettivi presidenti Claudio Sartori e Georg Simeoni stanno in questi giorni evidenziando e per la quale fanno un appello congiunto alla
Provincia.
La ripresa dell’attività in montagna con la bella stagione e l’apertura dei rifugi, 16 gestiti dal Cai e 12 dall’Alpenve rein, sono vitali per la sopravviven za di queste organizzazioni e con il passaggio a zona gialla del nostro territorio tornano ad essere meta di molti amanti della montagna. «Abbiamo avuto una perdita di iscritti sia a livello nazionale che locale — evidenzia il presidente uscente Claudio Sartori il cui successore sarà eletto domani — e speriamo fortemente di poter ripartire soprattutto per ridare ai frequentatori della montagna il servizio che da sempre ci caratterizza: l’organizzazione di corsi per insegnare, soprattutto ai più giovani, come si va in montagna e come la si vive correttamente e organizzare escursioni guidate che hanno spesso come base o come meta i nostri rifugi». Rifugi che non sono ovviamente rimasti esenti dalle conseguenze negative del lungo lockdown. I due presidenti chiedono che il protocollo di sicurezza applicato la scorsa estate possa essere al più presto aggiornato ed evidenziano al contempo qualche difficoltà: «I test nasali ci mettono in crisi — dice Sartori — perché scendere a valle per i gestori a farsi testare ogni 72 ore è piuttosto difficoltoso». Per questo si chiede di dotare i rifugi dei kit necessari per l’autotest che i gestori possano somministrare a sé stessi ed agli avventori soprattutto se non muniti di Corona Pass, necessario anche per accedere all’interno dei rifugi considerati alla stregua dei luoghi di ristoro nelle città.