«Rifugio Tonini, non è scontato l’ok del consiglio di Baselga»
Il sindaco Santuari: «Non possiamo ignorare le osservazioni dei cittadini»
TRENTO «L’approvazione del progetto del rifugio Tonini in consiglio comunale non è scontata». Il sindaco di Baselga di Pinè Alessandro Santuari non vuole illudere sul futuro del rifugio distrutto da un incendio nel 2016. «Tutti abbiamo voglia di vederlo ricostruito a breve, ma non possiamo ignorare le molte osservazioni arrivate dai cittadini, soprattutto sul fattore estetico e di impatto sul paesaggio. Era un luogo molto importante per tutto l’altipiano ma per ora il progetto è stato in mano a terzi. Ora che finalmente i rappresentanti dei residenti possono esprimersi è un momento molto delicato».
Se il progetto definitivo presentato dalla Sat passerà l’esame del consiglio comunale, che deve approvare la deroga al piano urbanistico, tornerà in giunta provinciale e superato anche quel passaggio poi si potrà finalmente stendere il progetto esecutivo a cui seguiranno i lavori. In questi cinque anni dal rogo le contestazioni alle varie ipotesi di ricostruzione sono state molte, soprattutto contro l’idea di fare una struttura dal profilo moderno.
Un primo progetto preliminare viene steso a già a pochi mesi dal rogo nel giugno 2017 e secondo l’autore, l’architetto Riccardo Giacomelli, anticipa molti dei temi poi approvati in via definitiva. Al piano terra cucina e refettorio, divise dalla cerniera del banco bar. Al primo piano le camere dei visitatori, del personale e del gestore. Per evitare nuovi incendi, si prevede di alloggiare a parte generatori a gasolio e caldaie. Il tetto è una copertura unica a schiena d’asino, cioè più inclinata sul lato sud per favorire l’uso di pannelli solari. La parete ovest verso valle è in larice, mentre quella est a monte è in lattoneria contro la neve.
Dopo una discussione interna al mondo Sat, vede la luce una nuova immagine del «Rifugio bianco», con un abbassamento della facciata verso valle, una forte riduzione dell’imponenza del tetto e una cintura di porfido sulla metà bassa dell’edificio, riservando il larice alla metà superiore della facciata. La parte sul retro, rivolta verso la montagna, è in lattoneria bianca. Su questa ipotesi intervengono i funzionari del Servizio tutela del paesaggio e del Servizio turismo della Provincia, richiedendo una gamma di colori meno d’impatto e un ridotto uso del bianco e dell’azzurro, colori sociali Sat previsti per finestre e porte del rifugio.
Infine, dopo aver scartato una serie di idee forse troppo visionarie come la scomposizione della faccia in blocchi separati, si è arrivato al progetto definitivo depositato presso il Servizio Turismo nel maggio 2019 e ora anche presso gli uffici comunali di Baselgà di Pinè in libera visione. Un’unica facciata con il piano terra in porfido dove si trovano cucine, bar-ristorante e sala culturale e il piano superiore con le camere, leggermente più largo per creare una tettoia per riparare i visitatori dal brutto tempo, in larice. Il tutto coperto di nuovo da un tetto unico a schiena d’asino.