L’ateneo chiude in positivo Spesi 3,1 milioni per il Covid
Ètrascorso poco più di un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, le istituzioni, i cittadini e le attività economiche sono stati costretti a fare i conti con la pandemia e le regole necessarie per combattere il Covid. Anche l’Ateneo trentino ha dovuto riorganizzarsi e adattarsi in molti modi per fronteggiare il virus ma non ha registrato significative contrazioni di risorse, né le sofferenze di bilancio che invece hanno caratterizzato il comparto privato.
Il bilancio approvato ieri dal cda fotografa un’Ateneo sano che chiude il 2020 con un risultato positivo di 11,5 milioni di euro. Il conto Il conto economico evidenzia proventi operativi per 194 milioni (la maggior parte dei ricavi sono costituiti dai fondi della Provincia, circa 128milioni, e del Mur con altri 8,3 milioni) e costi per 182,6 milioni. Sono stati dimezzati i contributi europei che nel 2020 hanno di poco superato la soglia del milione di euro. Tra gli investimenti più importanti spiccano i 15,4 milioni spesi per l’acquisizione dell’edificio confinante con il Rettorato in via SS. Trinità di Palazzo Consolati, nuova sede del corso di laurea in Medicina e Chirurgia e del compendio di Villa Mesiano. «Quest’ultima acquisizione arricchisce — si sottolinea in una nota — e qualifica ulteriormente il polo universitario scientifico di collina che potrebbe in futuro ridefinirsi in un nuovo campus a collegamento delle strutture di Mesiano con quelle di Povo». I costi operativi sostenuti ammontano a 179 milioni e la voce più importante è quella relativa al costo per il personale (104 milioni) aumentato notevolmente a causa di nuove assunzioni e da avanzamenti di carriera.
Ma l’Università di Trento non si è sottratta all’impegno nei confronti del territorio e si è impegnata in interventi a contrasto della diffusione del virus e a supporto delle istituzioni territoriali con lo stanziamento di risorse per un milione durante la prima fase di lockdown. Sono stati poi messi a disposizione gratuitamente gli spazi per effettuare i tamponi e poi le vaccinazioni e con il Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata l’università è stata in prima linea per lo sviluppo di nuovi test sierologici e la somministrazione di test diagnostici. Tra i diversi interventi effettuati ci sono anche i test sull’efficacia dei presidi chirurgici per coprire naso e bocca condotti dal Dipartimento di Ingegneria Industriale. Gli interventi di sanificazione e acquisto di dispositivi e strumenti tecnologici per la didattica a distanza hanno comportato per l’Ateneo un incremento dei costi d’esercizio di 3,1 milioni.