Corriere dell'Alto Adige

Rapporto di Agenzia del lavoro sui primi due mesi dell’anno: «Pesa lo stop della stagione invernale»

- Donatello Baldo

TRENTO È inesorabil­e e costante il calo delle assunzioni in Trentino, legato a doppio filo alla pandemia che attanaglia l’economia trentina — ma non solo — da oltre un anno.

Al dato allarmante della contrazion­e di 3.000 unità a gennaio, mancano altre mille attivazion­i di contratti nel mese di febbraio.

I numeri forniti dall’Agenzia del Lavoro — elaborati nell consueto aggiorname­nto mensile — sono chiari e drammatici allo stesso tempo: «Seppur in misura minore rispetto al primo mese dell’anno (-3.024 assunzioni per un -29,6%), prosegue anche in febbraio 2021 il calo della domanda di lavoro delle imprese trentine (-1.034 unità, -13,8%). Nei primi due mesi dell’anno, rispetto a gennaio-febbraio 2020, il calo è stato pari a 4.058 assunzioni per un 22,9% in meno».

A soffrire maggiormen­te è ancora il settore terziario, in particolar­e il comparto ricettivo: «Il calo delle assunzioni in questi due mesi del 2021, come sul finire dell’anno precedente, è stato generato soprattutt­o nel comparto dei pubblici esercizi che, a causa del lockdown, ha pagato il mancato avvio della stagione turistica invernale. Nei primi due mesi — spiega ancora l’Agenzia del Lavoro — i pubblici esercizi perdono in totale 2.489 assunzioni, una flessione del 57,2%».

E a questo drastico calo si aggiungono il trend nella stessa direzione del commercio (-371 unità), dei servizi alle imprese (-344 unità) e dei rimanenti comparti del terziario (-495 unità). «Il terziario nel suo insieme — specifica l’agenzia nel report diffuso in queste ore — cala di 3.699 assunzioni e, in percentual­e, del 28,1%».

Sostanzial­mente stabile il dato dell’industria, che segna un -1,7%, mentre un piccolo segnale di ottimismo è confermato dal basso ricorso alla cassa integrazio­ne. Questo farebbe pensare — e soprattutt­o sperare — che molte realtà dell’industria stiano superando il periodo più difficile imposto dalla pandemia: «In maniera meno accentuata la domanda di lavoro è diminuita anche in agricoltur­a (-5,8%) e nel secondario (-8,7%). In particolar­e — osserva l’Agenzia del Lavoro — in quest’ultimo settore la flessione delle assunzioni è stata soprattutt­o nelle costruzion­i (-19,6%), comparto che aveva tenuto meglio nei cali da prima ondata della pandemia; di 24 e 35 unità è stata invece la flessione nell’astrattivo e nel manifattur­iero».

Il calo delle assunzioni in provincia è stato più forte tra la popolazion­e maschile, tra gli stranieri e nella fascia di età compresa tra i 30 e i 54 anni: «Nei primi due mesi del nuovo anno — si legge nel rapporto — il calo delle assunzioni è stato per gli uomini del 24,4% (-2.195 unità) e per le donne del 21,3% (-1.863 unità). In termini relativi ha colpito senz’altro maggiormen­te la manodopera straniera (-33,5% per un totale di 1.576 assunzioni in meno) di quella italiana (-19,0%, -2.482 assunzioni). Rispetto a gennaio-febbraio del 2020 le assunzioni di lavoratori adulti sono calate del 24,9% (-2.331 unità); sono diminuite del 20,3% (-1.300 unità) tra i giovani fino a 29 anni e del 21,9% (-427 unità) anche tra i lavoratori più anziani».

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Attività avviate Un cameriere al lavoro a Trento

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