«Stagionali senza occupazione, con il Fondo di solidarietà si poteva intervenire subito» Grosselli (Cgil) critica l’assessore Spinelli: «Solo propaganda»
TRENTO «Gli strumenti ci sono ma la giunta non li vuole usare». Andrea Gorsselli, segretario generale della Cgil del Trentino, si riferisce al Fondo di solidarietà che potrebbe già ora dispensare reddito ai lavoratori stagionali che da mesi sono senza lavoro e senza entrate economiche: «La giunta era a conoscenza di questa possibilità. Non si può dire che non sapeva».
Le modifiche e gli interventi erano stati pensati ancora nel 2019 — ancora prima dell’avvento della pandemia — per agevolare i lavoratori stagionali nella ricezione dell’integrazione della Naspi, più di mille euro oltre alla contribuzione previdenziale, «che è fondamentale per chi non ha continuità di reddito», sottolinea Grosselli. Si era cercato quindi di rendere flessibile il sistema di intervento: «Questo per far accedere i potenziali beneficiari in numero più alto, i lavoratori del turismo, degli stabilimenti termali, della ristorazione, del commercio al dettaglio, degli impianti a fune», gli stessi lavoratori che stanno soffrendo più di altri la crisi.
L’accusa dell’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli — avanzata in sede di discussione della manovra anti-crisi — è però che il Fondo
di solidarietà sia troppo burocratico: «Sbaglia in toto — dice subito Grosselli, che del Fondo è stato anche presidente — e sbaglia perché c’era già l’accordo per una semplificazione della procedura». Gli stessi datori di lavoro avrebbero inviato una semplice domanda, poi gestita dall’Inps, a cui sarebbe spettato l’onere dell’istruzione della pratica e della verifica dei requisiti: «E una volta verificati, i soldi sarebbero arrivati direttamente sul conto corrente del lavoratore». Ma la giunta, allo strumento già in essere, preferisce la creazione di uno strumento ad hoc: «In questo momento all’Agenzia del Lavoro viene chiesto dalla giunta di costruire un intervento operativo per riconoscere ai lavoratori stagionali un’indennità. Aumentando il carico di lavoro a un ente che dovrebbe occuparsi di altro, dell’incontro tra domanda e offerta, dei corsi di aggiornamento per i disoccupati. Il beneficio di usare il Fondo — spiega Grosselli — sarebbe stato duplice: oltre a sgravare la Provincia dalla parte burocratica, ci sarebbe stata la possibilità di usare le risorse già stanziate».
Perché il tema è anche quello delle risorse, che qualcuno deve pur sempre disporre: «Il Fondo — ricorda il segretario della Cgil — ha le proprie, che non sono sufficienti ma sarebbero state un buon inizio per poter rispondere alle prime richieste di indennità. Successivamente sarebbero stati fatti dalla Provincia dei versamenti, quantificati dall’analisi della domanda». In più, a differenza dei futuri interventi, si sarebbe potuta garantire la copertura previdenziale: «Ora non sarà garantita, perché è tema regionale e servirà un ulteriore passaggio. Usando il Fondo — dice amaro il sindacalista — si poteva intervenire subito, già nei mesi scorsi per dare reddito. Ora se ne parlerà forse in giugno, in luglio». E allora perché non usare il Fondo di solidarietà? «Solo per questione propagandistica, per poter dire “Questi soldi te li diamo noi”. Una questione di bassa politica — conclude Andrea Grosselli — non c’è altra ragione».
L’affondo Ora per la copertura si dovrà attendere giugno, forse luglio