Corriere dell'Alto Adige

Trento Film Festival Il violoncell­o di ghiaccio l’anteprima mondiale

Bungaro narra il viaggio dello strumento da nord a sud

- Fabio Nappi

Il Trento Film Festival, che inaugura oggi online la sua 69esima edizione, ospiterà l’8 maggio in anteprima mondiale la proiezione in sala di

N-Ice Cello – Storia del violoncell­o di ghiaccio

(ore 17.45). Il documentar­io, ideato e diretto dal trentino Corrado Bungaro, è il resoconto dell’incredibil­e viaggio dello strumento costruito dall’artista americano Tim Linhart sul ghiacciaio Presena a 2800 metri di quota, dal Trentino fino alle acque del Mediterran­eo che bagnano Palermo. Un progetto tra l’ecologico e il visionario che parte dalle Alpi e arriva fino in Sicilia scandito dai concerti di un violoncell­ista di fama mondiale come Giovanni Sollima, lungo le tappe di Trento, Venezia, Roma e Palermo. Un avventuros­o viaggio on the road a bordo di un furgone-frigo che preserva il violoncell­o a una temperatur­a costante sotto lo zero. Ostacoli e imprevisti si susseguono fino alla destinazio­ne finale, che vedrà il violoncell­o immergersi nelle acque del Mediterran­eo dopo il concerto conclusivo a Palermo.

Corrado Bungaro, come si è trovato nei panni di regista?

«Mi riconosco più nel ruolo di autore che attraverso vari linguaggi esprime la propria personalit­à. In questo caso il ruolo di regista è diventato naturale avendo avuto l’idea iniziale, poi realizzata con due grandi visionari come Tim Linhart e Giovanni Sollima. Poi certo ci vogliono anche le competenze e il supporto della Wasabi Filmworks è stato fondamenta­funzionare le, ma non riuscivo a concepire di affidare il lavoro a un profession­ista esterno».

Com’è nata questa idea?

«Ho cominciato a pensarci nel 2009 quando ho conosciuto Tim Linhart in occasione dell’Ice Music Festival in Val Senales. Inizialmen­te Tim era restio a trasportar­e i suoi strumenti di ghiaccio fuori dal loro habitat naturale, ma nel 2018 grazie anche a Giovanni Sollima il progetto si è realizzato».

Nel film sono riportati anche gli imprevisti del viaggio?

«Come ogni “on the road movie” che si rispetti gli imprevisti ne sono parte integrante. A Roma ha smesso di il freezer che manteneva costante la temperatur­a del violoncell­o, a Palermo si è rotta la cella frigorifer­a che lo trasportav­a e siamo riusciti a ripararla all’interno di una pasticceri­a».

Qual è la colonna sonora del documentar­io?

«Ho scelto di usare solo la composizio­ne che Giovanni Sollima ha realizzato e per questo progetto intitolata

N-Ice Cello Concerto. Una partitura di venti minuti eseguita al Teatro Politeama di Palermo con l’Orchestra Sinfonica nell’ultima tappa del viaggio. Nel film si possono sentire anche un piccolo frammento di Bach e un brano armeno che Sollima ha eseguito nella prima tappa al Muse di Trento».

Dopo l’anteprima mondiale al Trento Film Festival «N-Ice Cello» andrà in altri festival internazio­nali?

«Il Trento Film Festival è il primo in Italia a ripartire e mi sembra significat­ivo che il debutto avvenga nella città dove tutto è partito. È una fortuna che il film possa essere visto anche in sala e non solo in streaming. Per quanto riguarda la distribuzi­one Intramovie­s porterà il film nei circuiti internazio­nali».

La storia

L’avventura on the road in un furgone frigo dalle vette del Presena fino a Palermo

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Dal film «N-Ice Cello Storia del violoncell­o di ghiaccio», ideato e diretto dal trentino Corrado Bungaro

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