L’amore «a distanza» tra Luciano e Adriana
Una sola visita a settimana, per 15 minuti, e sotto il controllo degli operatori della casa di riposo, incaricati di assicurare che vengano rispettate le norme su distanziamento e mascherine. Con le videochiamate difficili da gestire, perché impossibili da organizzare per tempo. Così Luciano Celin, tutti i giorni, appoggia le mani alle sbarre del cancello di villa Europa e guarda in alto, dove sa che dopo pochi minuti si affaccerà da un balcone Adriana, l’amore di una vita. Un gesto di tenerezza che sarebbe rimasto appannaggio dei soli passanti di via Milano se la figlia Lucia non l’avesse pubblicato su Facebook.
Tutti i giorni Luciano Celin appoggia le mani alle sbarre fredde del cancello perimetrale di villa Europa a Bolzano. Almeno quelle può abbracciarle. Guarda in alto dove sa che dopo pochi minuti si affaccerà da un balcone Adriana, l’amore di una vita. Si salutano, si coccolano con gli occhi e si vedono. Un lusso per pochi di questi tempi ai margini delle case di riposo.
Un gesto di pura tenerezza che sarebbe rimasto appannaggio dei soli passanti di via Milano se la figlia Lucia non l’avesse pubblicato su Facebook. Forse nemmeno aspettandosi che quella fotografia sarebbe presto diventata il simbolo visivo di un momento molto complicato che stanno vivendo numerose famiglie. Mesi di solitudine e distacco ma anche grande dolcezza. Dopo tutto questo, però, si trova lo spazio per ragionare su cosa si può migliorare per ammorbidire questa sofferenza. «Papà — racconta Lucia — è sempre venuto a trovare la mamma. Ora non può vederla fisicamente salvo rarissime eccezioni, ma non rinuncia a vederla da lontano. Parte a passeggio da viale Druso e arriva qui dove si salutano». Le «rarissime eccezioni» sono visite di massimo 15 minuti una volta la settimana. «Purtroppo sì — confessa Lucia —. Quest’estate erano pure controllate da alcuni volontari che osservavano l’incontro per impedire l’abbassamento delle mascherine o il mancato rispetto delle distanze. Non proprio situazioni intime». Non è facile neppure organizzare delle videochiamate: «Noi possiamo solo chiamare villa Europa lasciando il nostro numero e, prima o poi, sappiamo che saremo richiamati. Il problema è che non esiste un appuntamento, neppure a grandi linee. Magari telefonano quando siamo al lavoro o in fila al supermercato e diventa difficile rispondere. Sarebbe bello riuscissero ad organizzarsi per dare quantomeno un intervallo di riferimento nell’arco di una settimana. Forse qualcosa si può migliorare dal punto di vista organizzativo».
Dopo il suo racconto alla televisione Rttr, la direttrice dell’Azienda servizi sociali di Bolzano (Assb), Liliana Di Fede, ha telefonato a Lucia. «È stata molto gentile e cortese — spiega Lucia —. Ho illustrato quelli che, secondo me, potrebbero essere dettagli organizzativi da migliorare e si è mostrata molto disponibile nell’ambito di quelli che sono i margini normativi. Forse mio papà con la sua dolcezza riuscirà a portare qualche miglioramento per tutti». La stessa Di Fede aveva chiarito come le direttive fossero molto severe: «Dobbiamo cercare di garantire la sicurezza sanitaria per i nostri ospiti e, al contempo, garantire gli affetti il più possibile. Cerchiamo di fare il massimo confidando nella bella stagione per migliorare anche la qualità degli incontri».