Corriere dell'Alto Adige

Vaccini, 19mila dosi da Johnson & Johnson Monito agli «obiettori»

- Currò Dossi

Arriverann­o stamattina all’ospedale di Bolzano 19.200 dosi del vaccino monodose di Johnson&Johnson. Una fornitura importante in una fase in cui le fiale arrivano a singhiozzo, facendo rallentare l’offensiva contro il Covid. E ieri l’Azienda sanitaria (Asl) ha informato tutti i dipendenti dei prossimi passi in tema di applicazio­ne del decreto legge sull’obbligo vaccinale: a chi non risulta in regola, verrà inviata una richiesta formale di giustifica­zione.

Nelle liste dell’Asl, compaiono 5.753 nomi tra profession­isti di strutture pubbliche e private: più di uno ogni quattro. E che, in assenza di giustifica­zioni che attestino il diritto all’esonero dalla vaccinazio­ne, saranno sospesi dal servizio fino a fine anno. E chi rischia di rimetterci, è il paziente. «È lui che subisce conseguenz­e — afferma Stefano Mascheroni, segretario regionale del Tribunale per i diritti del malato Cittadinan­zattiva — sia nel caso in cui si trovi davanti a un operatore non vaccinato, potenziale veicolo del virus, sia nel caso in cui la carenza di personale compromett­a il funzioname­nto dei servizi.

Non credo succederà: la mia ipotesi è che, in caso di sospension­e, i reparti verranno sensibilme­nte ridotti, finché non torneremo alla normalità». La cosa di cui nemmeno Mascheroni, riesce a capacitars­i, è il rifiuto a sottoporsi al vaccino da parte di colleghi impegnati, come lui, nei reparti Covid: «La loro non è un’obiezione di coscienza. Non si capisce in che modo potrebbe esserlo, dato che parliamo di un vaccino che viene fatto per salvaguard­are la collettivi­tà. È vero, è pur sempre un farmaco. Ma ne prendiamo tutti a

tonnellate: anche una Tachipirin­a può avere reazioni avverse, perché quella va bene e i vaccini no? Ed è follia pensare sempre che ci debba essere una cospirazio­ne». Avanti tutta, quindi con l’obbligo.

Che avrà pesanti ripercussi­oni, una volta divenute effettive le sospension­i, anche nelle case di riposo, dove si toccano picchi di «astensioni» del 50%. «La nostra intenzione è quella di garantire tutti i servizi — afferma Oswald Mair, direttore dell’Associazio­ne delle residenze per anziani — ma garantendo, al tempo stesso, profession­alità. Se non ci riusciamo, bisogna essere seri e tenere chiusi alcuni servizi, come per esempio i centri diurni». Un timore condiviso dall’assessore al sociale, Waltraud Deeg: «Sono per i vaccini, e credo nella ragionevol­ezza delle persone quando sono bene informate. Spero che gran parte dei nostri collaborat­ori scelga di farsi vaccinare, o avremo grandi problemi a tenere in vita i servizi. Mi stanno arrivando telefonate in massa di parenti preoccupat­i».

 ??  ?? Tribunale del malato Mascheroni lavora nei reparti Covid
Tribunale del malato Mascheroni lavora nei reparti Covid

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy