Corriere dell'Alto Adige

Condannato a dieci anni: per ora è libero

Gli avvocati difensori: faremo ricorso. La parte civile: amarezza per la mancata detenzione

- Ruggera

Aveva accoltella­to la moglie per strada, ferendola gravemente. L’uomo, di 42 anni, ieri è stato condannato in primo grado a 10 anni e ad un risarcimen­to di 40mila euro, ma resta comunque libero.

BOLZANO L’uomo di 42 anni che aveva accoltella­to la moglie, ferendola gravemente, il 1 marzo 2019 in via Claudia Augusta a Bolzano, è stato condannato ieri dal giudice Peter Michaeler a dieci anni di reclusione per tentato omicidio aggravato (pena di 15 anni ridotta di un terzo per il rito abbreviato). La violenta aggression­e era avvenuta in via Claudia Augusta a Bolzano, dove la donna stava spingendo il passeggino in cui si trovava una delle tre figlie della coppia, che era già separata (aveva appena accompagna­to a scuola le altre due bimbe): la donna, di 29 anni, aveva infatti denunciato in precedenza il marito per le continue violenze e viveva in una casa protetta. Il giudice ieri ha accolto le richieste della Procura di Bolzano, condannand­o l’uomo a 10 anni e contestand­ogli anche diverse aggravanti: la premeditaz­ione (negata invece dalla difesa), ma anche il rapporto di coniugio con la vittima e l’avere commesso il fatto in presenza di minori.

Ieri l’imputato è stato anche condannato al pagamento di 40mila euro come provvision­ale, quindi come anticipo di un risarcimen­to che dovrà dare alla donna e che sarà definito in sede civile. L’uomo resta comunque completame­nte libero, in attesa che la sentenza diventi definitiva. La Procura non ha infatti chiesto l’emissione di una custodia cautelare. «Dopo aver trascorso 6 mesi in carcere — commenta al riguardo l’avvocato difensore Nicola Nettis — i giudici hanno già valutato l’insussiste­nza delle esigenze cautelari e quindi ora l’uomo è libero, soprattutt­o per poter lavorare come operaio e mantenere le figlie, versando regolarmen­te un assegno mensile».

Su questo aspetto l’avvocata di parte civile, Elena Biaggioni, invece commenta: «È sempre troppo tardi per la carcerazio­ne dell’uomo: era stato arrestato in flagranza di reato ed ora è stato anche condannato a 10 anni, ma resta libero senza alcuna restrizion­e. La persona offesa deve invece ancora vivere in una casa protetta. Qui c’è qualcosa che non torna e c’è amarezza per questo. C’è invece soddisfazi­one per la sentenza di condanna». Il processo è stato seguito da vicino anche dall’associazio­ne Gea, che ha organizzat­o dei sit-in davanti al tribunale in occasione delle varie udienze. «Dopo due anni di processo, finalmente la gravità del gesto e’ stata riconosciu­ta» commenta Christine Clignon, presidente della Gea. La donna vittima dell’aggression­e, che si è ora ripresa dopo essere stata a lungo ricoverata in ospedale per le gravi ferite riportate, ha ringraziat­o la Gea per la solidariet­à dimostrata: «Non non mi sono sentita sola» ha detto la donna.

Intanto gli avvocati difensori Nicola Nettis e Corrado Faes annunciano l’intenzione di presentare appello: «Speravamo in una pena lievemente inferiore e faremo quindi ricorso».

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Il marciapied­e di via Claudia Augusta in cui avvenne il tentato omicidio. La donna venne colpita con 10 coltellate
L’aggression­e Il marciapied­e di via Claudia Augusta in cui avvenne il tentato omicidio. La donna venne colpita con 10 coltellate

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