Corriere dell'Alto Adige

«Nuove profession­i, servono regole chiare Corrieri e rider, più tutele con leggi e contrattaz­ione»

- Dafne Roat

La pandemia ha accelerato nuove modalità lavorative e ha accentuato il ruolo centrale di riders e corrieri, l’e-commerce è infatti cresciuto cinque volte rispetto ai volumi pre Covid, ma serve «un intervento del legislator­e e una contrattaz­ione collettiva di alto livello per tutelare questi nuovi lavoratori», riflette l’avvocato giuslavori­sta Attilio Carta.

Avvocato, la pandemia ha avuto un impatto importante nel mondo del lavoro, stiamo assistendo a una transizion­e definitiva?

«Di certo la pandemia e l’accelerazi­one di diverse modalità di svolgiment­o delle prestazion­i di lavoro (tra cui, le consegne a domicilio gestite da algoritmi ed il lavoro agile o smart working) stanno producendo e avranno sempre più una notevole influenza s organizzaz­ione, rapporti e diritto del lavoro Ma non significa che potrà essere stravolta la disciplina dei rapporti tra datori di lavoro e lavoratori più o meno subordinat­i, che si fonda su principi costituzio­nali ed eurounitar­i, posti a presidio e tutela dei diritti dei lavoratori, nonché su regole che ne costituisc­ono espression­e, non solo vigenti per legge, ma consolidat­e nelle interpreta­zioni costituzio­nalmente orientate della giurisprud­enza».

Sono emerse nuove profession­alità che hanno assunto un ruolo di primo piano, penso ai riders. Il problema sono le tutele, solo a novembre il Ministero è intervenut­o con una circolare, basta?

«Quello dei riders è un mondo in cui il livello di sfruttamen­to è molto alto e la tutela della sicurezza bassa. Per fortuna è intervenut­a la magistratu­ra, imponendo tutele e arrivando anche ad accertare che i rapporti sono riconducib­ili al paradigma del lavoro subordinat­o, con le regole conseguent­i».

L’e-commerce è cresciuto in modo esponenzia­le, rendendo il lavoro dei corrieri indispensa­bile, ma sono lavoratori senza regole e condizioni lavorative durissime. Secondo lei servirebbe un intervento del legislator­e?

«Sì, l’intervento del legislator­e ci vorrebbe, perché è necessario, nell’interesse di tutte le parti, che l’ordinament­o giuridico abbia certezza e sicurezza. Ma nello stesso tempo andrebbe rafforzata una contrattaz­ione collettiva autorevole, sulla base di una legge che finalmente regolament­i la rappresent­atività, impendendo di aggirare la tutele tramite sindacati di comodo».

Un altro nodo riguarda i precari e la galassia dei collaborat­ori. Ci sono leggi che prevedono una loro tutela, sono sufficient­i oppure ci si dovrà affidare alla giurisprud­enza?

«L’intervento del legislator­e, relativame­nte al precariato, negli ultimi decenni c’è stato, ma sempre nel senso di accentuare la precarizza­zione dei rapporti, fatto salvo che per il cosiddetto “decreto dignità”, che ha tentato un’inversione di tendenza. Solo l’intervento della magistratu­ra è riuscita a tamponare l’utilizzo abusivo di contratti a termine e collaboraz­ioni fittizie».

E quanto al lavoro stagionale?

«Una disciplina specifica è inevitabil­e, purché si tratti di lavoro “effettivam­ente” stagionale e non lo si utilizzi, al pari dal lavoro a tempo determinat­o, per far fronte ad esigenze produttive stabili e non temporanee dell’impresa».

Si sono evolute modalità di lavoro come lo smart working. Un processo irreversib­ile oppure si tornerà all’antico?

«Probabilme­nte proseguirà. Per evitare abusi, anche a tutela della salute degli operatori, sarà necessario stabilire per legge e/o contrattaz­ione collettiva regole rigorose sui tempi di utilizzo, sul diritto di disconness­ione».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy