Musica e canto: la Haydn con Alice al Teatro comunale
Al Teatro Comunale di Bolzano La nuova opera di Matteo Franceschi va in scena questa sera e domani Protagonista Giulia Bolcato, regia di Leboutte, dirige l’orchestra Gergov
«Alice sono io». Si riconosce nel personaggio che interpreta, la giovane cantante Giulia Bolcato, protagonista nell’opera Alice del trentino Matteo Franceschini che andrà in scena questa sera alle ore 20 (replica domani alle 18) al Teatro Comunale di Bolzano. Lo spettacolo in cartellone per la stagione estiva della fondazione Haydn di Trento e Bolzano, con l’orchestra regionale Haydn diretta da Rossen Gergov, è ispirato alla protagonista del famoso romanzo di Lewis Carroll Alice nel paese delle meraviglie.
Nata e cresciuta a Vicenza e diplomata al conservatorio di Venezia, la protagonista dell’opera, Giulia Bolcato, aveva già lavorato con il compositore trentino Franceschini, vincitore nel 2019 del Leone d’argento alla Biennale di Venezia, e alla regista Caroline Leboutte in Milo, Maya e il giro del mondo creato per l’Expo del 2015 a Milano.
Giulia Bolcato, com’è la sua Alice?
«È un personaggio in cui mi riconosco facilmente. Alice è una bambina curiosa, che impara continuamente, nel bene e nel male, dagli strani soggetti che incontra. Il suo è un viaggio in un mondo fantastico, ma anche un percorso di maturazione. Nella mia professione vivo sempre esperienze nuove, e imparo anch’io dalle tante persone che incontro»,
Qual è il pregio della musica di Matteo Franceschini in quest’opera?
«La scrittura musicale di Franceschini è molto chiara, riesce a caratterizzare ogni personaggio attraverso i vari accorgimenti musicali. È un’aspetto che aiuta molto noi interpreti, soprattutto in uno spettacolo particolarmente complesso come questo».
La fiaba di Alice si adatta al mondo contemporaneo?
«Alice nella fiaba si perde in un mondo fantastico, c’è una forte analogia con la perdita di certezze che sperimentiamo nel mondo attuale. Il Bianconiglio con la sua fretta richiama perfettamente la frenesia moderna. Anche l’incontro di Alice con il maiale è significativo, l’animale si rivela pericoloso, mentre Alice dapprima pensa di poterlo accudire. Ogni personaggio animale nella fiaba rappresenta sempre un carattere umano»
Come è stato lavorare con la regista Caroline Leboutte?
«È geniale, lavorare con lei è fantastico. Per raggiungere l’equilibrio tra i vari personaggi, lavora molto con gli interpreti e alla fine si instaura un’armonia anche tra di noi».
Aveva già lavorato con Matteo Franceschini e Caroline Leboutte?
«Nel 2015 abbiamo lavorato a uno spettacolo per l’Expo di Milano Milo, Maya e il giro del mondo. L’allestimento di Alice è un lavoro e un’esperienza molto più complessa».
Come si è avvicinata al canto?
«Ho sempre cantato fin da bambina, così è stato per me molto naturale poi studiare a Venezia canto, al conservatorio Benedetto Marcello».
A Venezia si è anche laureata in lingua cinese a Ca’ Foscari.
«Sì, amo e ho approfondito la cultura cinese e sono stata in Cina, ho scelto di studiare la lingua cinese anche per la sua musicalità».