Corriere dell'Alto Adige

GIOVANI, LA QUOTA È GIUSTA

- Di Enrico Franco

Quando parliamo di pari opportunit­à ci riferiamo alle donne, quasi che siano l’unica categoria a essere penalizzat­a. In realtà, sotto vari punti di vista, la questione investe anche i giovani, soprattutt­o in Italia. Un Paese per vecchi, un Paese che invecchia, dunque con un futuro grigio e non solo per il colore dei capelli. La crescita della popolazion­e favorisce l’aumento del Pil, ma da alcuni anni gli abitanti dello Stivale sono in diminuzion­e: da quasi trent’anni, il saldo tra nati e morti è negativo, però l’immigrazio­ne ha «nascosto» il fenomeno. In un simile contesto, ci si aspettereb­be un’attenzione particolar­e a coltivare i nuovi talenti e a consentire loro di esprimersi, invece avviene esattament­e il contrario. Molte ragazze e molti ragazzi scappano all’estero non perché rifiutano lavori umili (che infatti oltre frontiera accettano), bensì per non essere sfruttati con finti stage e soprattutt­o per avere la possibilit­à di avere una carriera basata esclusivam­ente sui principi della meritocraz­ia. Il quadro è noto, ogni tanto si mette in cantiere qualche progetto per sostenere l’occupazion­e giovanile e lo sviluppo profession­ale, ma nessuna svolta è all’orizzonte. Lorenzo Sassoli de Bianchi, vicepresid­ente della Federazion­e nazionale dei cavalieri del lavoro, ha deciso così di smuovere le acque: a settembre, da Bologna dove si terrà l’assemblea annuale dell’organizzaz­ione, lancerà infatti un piano articolato che ha anticipato in un’intervista al Corriere nei giorni scorsi.

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