Brunetta, Prodi Gelmini, Capua al Festival dell’Economia
TRENTO «Ricordo quando, il secolo scorso ormai, andai a Bonn a incontrare il cancelliere tedesco Kohl in qualità di presidente del consiglio. Nacque subito un’amicizia, ma quando mi riaccompagnò all’elicottero mi disse: “Mi sono divertito Romano, ma la prossima volta chi viene?”. I nostri problemi di discontinuità politica stanno tutti qua».
Romano Prodi guarda alla sua vasta esperienza politica per trarne insegnamenti per il domani, durante l’incontro «L’esperienza del futuro» tenutosi ieri sera al Teatro sociale nella cornice del Festival dell’economia. Presidente dell’Iri, due volte capo del governo, al vertice della Commissione europea, inviato Onu, ministro, professore… «Prodi ha sperimentato il futuro creandolo molte volte nelle sue attività», l’ha introdotto Innocenzo Cipolletta.«Questa crisi ci ha insegnato che è finito il tempo del “piccolo è bello”, serve presentarsi uniti davanti al mondo. Mi ricordo quando andai in Cina con una delegazione di 500 piccoli-medi imprenditori, facemmo affari per 12-13 miliardi. La Francia andò lì con 10-12 grandi industriali e chiusero contratti per 20 miliardi» ha sostenuto Prodi. «Poi certo, sulla sanità la vicinanza al cittadino è utile, ma su un settore come per esempio il turismo devi presentarti come Italia, ridicolo che a fiere internazionali come Shangai ci siano i padiglioni regionali».
Prodi ha poi proseguito parlando dei settori industriali del futuro e non sono mancati riferimenti al Trentino:
«L’Italia è conosciuta per il cibo e la moda, ma lo sviluppo vero viene dalla meccanica. Anche se siamo carenti in ricerca, pur con centri di livello come il Fraunhofer di Bolzano, abbiamo un know-how eccezionale. Le nostre maestranze sono inimitabili, non le puoi copiare all’estero, e ci permettono tutt’ora di essere il secondo esportatore d’Europa. Ma queste maestranze vanno coltivate», ha ammonito l’ex premier, «con gli istituti tecnici superiori, una realtà diffusissima
Il futuro
Il Next Generation ci dà le risorse per fare investimenti di cui abbiamo bisogno
in Germania ma molto trascurata in Italia. Il Trentino in questo è un esempio positivo, collaborai anni fa al piano di sviluppo provinciale e partendo da una miseria di roba oggi ha ricerca, innovazione, progressi impressionati. Tanto di cappello al Trentino, fosse tutta l’Italia così…».
Per il Professore comunque, al di là di economie e pianificazioni, l’Italia ha un problema di «anima», come l’ha definito lui. «Ormai ci siamo abituati a perdere, a pensare che le cose vadano sempre male o siano fatte con poca cura» ha detto nella conferenza. «Il Next Generation ci dà le risorse per fare investimenti di cui abbiamo bisogno come il pane e grazie a questi il Paese può rianimarsi, ritrovare forza e ottimismo. Nel corso dell’ultimo anno i risparmi complessivi sono cresciuti, ci sono 600 miliardi nelle banche italiani che attendono di essere “svegliati”. Se torna la fiducia nel futuro del Paese sono sicuro faremo un improvviso scatto in avanti».