Coronelle, la montagna sotto attacco
La denuncia di Zanella, presidente del Cai altoatesino: un eccesso di impianti di risalita e strutture in quota
«La montagna non può diventare un luna park». Zanella (Cai) allarga il dibattito sulla ricostruzione del rifugio Fronza.
BOLZANO «Troppe costruzioni in montagna: che siano nuovi impianti di risalita o ristoranti in quota sempre più grandi, non va bene. Noi del Cai vogliamo ribadire un concetto: la montagna non può diventare un luna park».
Carlo Alberto Zanella, presidente del Cai altoatesino, allarga il dibattito apertosi nei giorni scorsi in merito alla proposta, avanzata dalla società di Florian Eisath, di demolire e ricostruire il rifugio Fronza alle Coronelle, ai piedi del Catinaccio nell’area sciistica Carezza Dolomites. «Non serve sempre demolire per ricostruire. Ci sono esempi di rifugi che sono stati ristrutturati rispettando la vecchia struttura, come il rifugio Antermoia» osserva Zanella replicando a distanza alle dichiarazioni di Eisath sull’opportunità di ricostruire ex novo il rifugio Fronza. Al riguardo Zanella si chiede: «Come saranno portate vie le macerie dell’edificio demolito? E come si farà l’approvvigionamento di acqua in una struttura che comporta 360 coperti? Una struttura alta e tutta vetrata non disturberà la vista e l’ impatto ambientale?». Ma non è solo il destino del rifugio ai piedi del Catinaccio a preoccupare il presidente del Cai. «Mi spaventano anche — aggiunge Zanella — i possibili ed eventuali nuovi progetti, come la funivia Tires- Nigra. Immagino che in futuro vorranno realizzare di conseguenza una pista da sci da malga Frommer a Tires, con relativi bacini acquei per l’innevamento artificiale. In generale ho la sensazione che sia in atto un assalto alle nostre montagne: pensiamo a Cortina, dove si realizzano piste ed impianti per le Olimpiadi, oppure alla proposta di realizzare un collegamento tra la zona Saltria dell’Alpe di Siusi e Monte Pana, gli impianti di risalita tra Padola (Belluno) e passo Monte Croce, l’annunciato sfruttamento del Lagorai, per finire con il raduno di auto fuoristrada organizzato anni fa a San Martino Castrozza. E poi altri progetti, come piste da bob su rotaia. A cosa servono? Un bambino in montagna dovrebbe giocare con un legnetto, stando in contatto con la natura. Bisogna far cambiare mentalità — conclude Zanella — a chi crede che in montagna si debba trovare qualcosa di diverso rispetto alla natura e all’aria pura».