Vaccini ai turisti, Alto Adige gelido
L’apertura di Garavaglia. Kompatscher: complicato. Schuler: i visitatori verranno lo stesso
Il ministro Massimo Garavaglia, ieri al Festival dell’Economia di Trento, rilancia l’idea dei vaccini ai turisti, invocata da diverse Regioni. L’esponente leghista del governo Draghi si dice «favorevole», anche se «con cautela» all’ipotesi, nell’ottica di aiutare il settore.
Ma le reazioni in regione sono fredde. Per il presidente altoatesino Kompatscher «non si tratta di una priorità, e l’organizzazione comporterebbe criticità logistiche». Gelido anche l’assessore al turismo Schuler: «Le prenotazioni stanno andando bene, avremo tanti ospiti stranieri senza dover organizzare una seconda dose per loro». Anche il Trentino frena. «Abbiamo poche dosi — mette le mani avanti l’assessora provinciale Segnana — ed è complicato a livello organizzativo». Intanto il ministro mette sul tavolo 1,8 miliardi per la riqualificazione degli alberghi.
I soldi per rilanciare il turismo arriveranno: «Con il Recovery», spiega il ministro Massimo Garavaglia. Ma non solo, anche direttamente con il Fondo per la montagna e indirettamente attraverso la riforma del settore, i superbonus per riqualificare le strutture alberghiere e la creazione di un hub digitale che metta online le bellezze dell’intero Paese. «Si sta parlando di 1,8 miliardi di euro, che con l’effetto leva aumentano a 3 miliardi» aggiunge. E per agevolare gli spostamenti dei turisti, via libera al «green pass» e alle vaccinazioni in vacanza. L’intervento a sostengo del comparto turistico deve essere però temporaneo, il ministro per il Turismo parla di «operazione ponte».
«Visto che siamo in Trentino — ha spiegato ieri Garavaglia, ospite del Festival dell’Economia — faccio l’esempio della chiusura del settore della montagna, dove abbiamo creato un fondo da 800 milioni. Ma si deve uscire dalla logica dell’intervento dello Stato, perché ora dobbiamo tornare a lavorare, aiutando le aziende a fatturare».
L’obiettivo vero è il recupero dei 27 miliardi persi lo scorso anno, il valore del turismo straniero in Italia. «Quelli sono andati — continua il ministro — ma si credeva che anche per quest’anno la perdita fosse della stessa entità, dando per scontato che la normalità arrivasse con il 2022». E invece già da questa stagione estiva c’è un recupero evidente: «Aver tolto la quarantena da una serie di Paesi consente di far ripartire il turismo in anticipo. C’è poi un 10% in più di italiani, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che hanno prenotato o vogliono prenotare. E avremo una stagione molto più lunga, perché coi vaccini il Covid-19 non torna».
Se il turismo vive di spostamenti sul territorio, al tempo della pandemia il «green pass» diventa fondamentale: «Le regole ci sono. Se sei vaccinato, se hai un test negativo o sei guarito, circoli tranquillamente». Per il ministro al Turismo, possibili anche le vaccinazioni in vacanza, anche per gli stranieri in alcuni casi: «Sono favorevole con buon s enso alla se con da dose di vaccino ai turisti stranieri che vengono in Italia o ai turisti italiani che si muovono sul territorio. Le regioni, chi più chi meno — argomenta Garavaglia — hanno raggiunto una copertura importante e quest’estate potremo avere dei margini per trattare queste eccezioni. Certo — conclude — se però diventa una regola diventa un caos».
Ieri, al Festival dell’Economia, anche il ministro per la Transizione ecologica Roberto
Cingolani, ospite di un incontro che ha posto il focus proprio su quella transizione che dovrà portare l’intero pianeta alla sostenibilità ambientale entro il 2050. «Per l’Italia — dice Cingolani — il Recovery Fund copre la prospettiva dei prossimi cinque anni, ma non basta. Abbiamo altri 25 anni per lavorare su questo obiettivo».
Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per la transizione ecologica, sono
stanziati 70 miliardi. «In cinque anni sono 40 milioni al giorno da spendere — osserva ancora — ma non è solo questione di soldi, è questione di visione a lungo termine».
Visione che richiede un cambio di approccio, come rilancia Garavaglia con una battuta, in visita a Rovereto al museo Mart. «A volte a Roma vivono un po’ in una bolla — dice il ministro —, non capiscono le necessità dei terme». ritori. Come nel caso dei rifugi, a cui non si può chiedere di tenere i letti a due metri l’uno dall’altro. Ci batteremo per far sì che si diano una svegliata» Con Garavaglia, gli assessori provinciali Roberto Failoni e Mirko Bisesti, che lo hanno accompagnato insieme al curatore Denis Isaia per le tre mostre temporanee dedicate a Sandro Botticelli, a Giovanni Boldini e al confronto tra Raffaello, Picasso, de Chirico e Dalì. «Non è la prima volta che vengo al Mart — racconta Garavagalia —, ci portai anche la famiglia. A quasi 20 anni dall’inaugurazione si conferma un’ottima intuizione». Una struttura chiave per il turismo, secondo Bisesti. «I musei Mart e Muse — conclude l’assessore — possono certamente aiutare a destagionalizzare il turismo, a deve essere un’operazione di sistema. Devono tutti collaborare. In questo modo la cultura può aiutare il Trentino ad attrarre turisti in tutte le stagioni dell’anno».