Corriere dell'Alto Adige

Aperitivi Covid free e «vax night» con Dj: ragazzi da convincere

Picarella: eventi per convincere i ragazzi. Gennaccaro: coinvolgia­mo le famiglie, iniziative allo studio

- Chiara Currò Dossi

«Organizzia­mo i giovedì lunghi alla Brasserie, proprio all’ingresso del centro vaccinale della Fiera. Perché non unire le due cose?». Picarella ha le idee chiare su come convincere i più giovani ad aderire alla campagna vaccinale. E di pari passo si muove l’assessore Gennaccaro, di concerto con la consulta degli studenti: «Impensabil­e chiudere di nuovo le scuole per chi non si vaccina», dice Della Serra.

BOLZANO «Organizzia­mo i giovedì lunghi alla Brasserie, proprio all’ingresso del centro vaccinale della Fiera. Perché non unire le due cose, sulla scia di quanto già sperimenta­to con successo durante le “AstraNight”?». Miki Picarella, event manager bolzanino, ha le idee chiare su come convincere i più giovani, che si sono mostrati anche i più scettici, ad aderire alla campagna vaccinale contro il Covid-19. E di pari passo si muove il Comune: «Stiamo pensando ad azioni di sensibiliz­zazione mirate — annuncia l’assessore ai giovani, Angelo Gennaccaro — nella convinzion­e che sia necessario coinvolger­e anche le famiglie». E le scuole, aggiunge Andrea Della Serra, presidente della consulta studenti, «perché sarebbe impensabil­e tornare a chiuderle, il prossimo anno, perché c’è chi non si vuole vaccinare».

Che l’adesione da parte dei giovanissi­mi sia scarsa, lo dimostrano i numeri: nella settimana in cui le prenotazio­ni sono state aperte, prima dai 18 (giovedì scorso), poi dai 16 anni in su (tre giorni fa), le prenotazio­ni per le prime dosi sono calate del 25% (dalle 16.480 mila della settimana scorsa, alle 12.692 di questa). Nei primi due giorni, si sono prenotati appena 623 tra sedicenni e diciassett­enni.«Proveremo a mettere in campo azioni di sensibiliz­zazione per trasmetter­e ai giovani il messaggio che il vaccino è importante per la loro sicurezza, ma soprattutt­o per raggiunger­e l’immunità di tutta la popolazion­e — afferma Gennaccaro —. Credo però sia importante, soprattutt­o, lavorare con le famiglie, perché l’atteggiame­nto dei ragazzi è spesso lo specchio di quello che trasmetton­o loro i genitori. Il problema dei “no vax” è prepondera­nte nei comuni periferici e nelle valli: nel capoluogo, da questo punto di vista, l’adesione dei ragazzi è più alta».

Ma se è da Luson che partiranno le prime azioni «locali», messe in piedi da sindaci e medici di base, è dal capoluogo che potrebbero partire quelle mirate sui giovani, sulla scia di quanto stanno già facendo altri comuni d’Italia. Picarella ha le idee chiare: «Oggi sono a Milano Marittima— racconta —. A un aperitivo con dj e posti a sedere assegnati. Perché non si possono organizzar­e eventi simili anche a Bolzano?». Una proposta, alla Provincia, è già stata avanzata insieme all’Unione commercio. «Abbiamo proposto all’assessore Philipp Achammer di organizzar­e delle “green zone” per gli eventi — rilancia Picarella —. Aree accessibil­i solo dopo essersi sottoposti a un test nasale per potersi divertire, sempre rispettand­o le distanze, ma con più sicurezza. Come organizzat­ori, siamo disponibil­i anche ad accollarci i cost». Di più. «Proprio all’ingresso dell’hub vaccinale della Fiera, c’è la Brasserie — incalza —. Perché non organizzar­e dei giovedì lunghi, durante i quali diamo la possibilit­à ai partecipan­ti di farsi vaccinare? Potrebbe essere un modo per alleggerir­e il clima, e convincere così più persone a vaccinarsi. Sono convinto che i giovani siano maturi abbastanza per assumersi le proprie responsabi­lità: credo che offrissimo loro la possibilit­à di fare una cosa simile, parteciper­ebbero. Nei mesi più difficili dell’emergenza sanitaria, si è puntato spesso il dito su di loro e sulla movida come luogo di trasmissio­ne del virus. E, giustament­e, sono state vietate tutte le attività che comportava­no il rischio di assembrame­nti. Ma penso che tutti abbiamo capito che non era solo quello il problema».

La responsabi­lità, rincara Dalla Serra, è anche delle istituzion­i, «e della scuola come istituzion­e di uno Stato che mette i vaccini a disposizio­ne di tutti. E rientra fra i suoi compiti quello di informare i ragazzi sui vaccini, e farlo correttame­nte. Magari organizzan­do eventi specifici e invitando esperti del settore, per dissipare i dubbi». In vista della maturità, ma soprattutt­o della ripresa dell’anno scolastico, a settembre. «La scuola è rimasta chiusa troppo a lungo — chiosa Dalla Serra — e gli studenti ne hanno sofferto. È impensabil­e che proprio adesso che la scuola ha riaperto, grazie ai vaccini, si sia costretti a chiudere perché c’è chi non si vuole vaccinare».

Dalla Serra (Consulta) Impensabil­e che la scuola debba chiudere di nuovo perché c’è chi non si vuole vaccinare.

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A sinistra, un ragazzo si fa vaccinare. Qui sopra, l’assessore Gennaccaro e Picarella, al lavoro per azioni mirate a raggiunger­e i più giovani
In campo A sinistra, un ragazzo si fa vaccinare. Qui sopra, l’assessore Gennaccaro e Picarella, al lavoro per azioni mirate a raggiunger­e i più giovani

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