Corriere dell'Alto Adige

Calano i reati, ma insofferen­za ai controlli

Il bilancio del comandante Carenza in occasione dell’anniversar­io dell’Arma

- Marco Angelucci

Meno reati ma più maltrattam­enti in casa. E soprattutt­o più insofferen­za per i controlli sul rispetto delle norme anti-covid. In occasione del 207esimo anniversar­io dell’Arma dei carabinier­i, il comandante provincial­e Cristiano Carenza fa un bilancio dell’attività svolta.

BOLZANO Una storia lunga più di 200 anni. Duecentose­tte per l’esattezza. Una ricorrenza che, in tempo di Covid, è stata celebrata in maniera quasi «intima» dal comandante della Legione, generale di brigata Marco Lorenzoni erano presenti il Commissari­o del governo per la Provincia di Bolzano, prefetto Vito Cusumano e il comandante provincial­e, colonnello Cristiano Carenza. nel cortile della caserma intitolata al maggiore De Tommaso dove ha sede la Legione Allievi Carabinier­i. Una cerimonia che è anche l’occasione per fare il punto sull’attività dell’Arma nell’ultimo anno. «Abbiamo dovuto riorientar­e completame­nte la nostra attività» ha chiarito il comandante provincial­e Cristiano Carenza ripercorre­ndo le varie tappe di un anno molto difficile da tutti i punti di vista.

Anche se durante il lockdown il numero di reati è nettamente sceso — specialmen­te i furti e i furti in abitazione — si registra un preoccupan­te aumento degli episodi di maltrattam­enti in famiglia. Qui le denunce e gli interventi dell’Arma sono nettamente aumentati, complice anche la nuova normativa sul codice rosso che prevede un risposta celere alla violenza domestica.

Ma soprattutt­o, in questi 12 mesi, i carabinier­i hanno avuto incarichi completame­nte nuovi, legati a doppio filo alla pandemia. «Abbiamo scortato i tamponi fino allo Spallanzan­i di Roma, abbiamo dovuto garantire il rispetto delle misure di sicurezza come il distanziam­ento sociale e l’uso della mascherina» chiarisce il colonnello Carena lasciando intendere che non è stato un compito facile. Anzi.

Da un lato per la mancanza di operativi visto che la pandemia ha colpito duro che era in strada a far rispettare le regole. In tutta Italia tra i carabinier­i si sono registrate 30 vittime, mentre oltre 12.000 sono rimasti contagiati. In Alto Adige non ci sono stati morti ma, specialmen­te durante la seconda ondata autunnale, ci sono stati più di 100 contagiati e più di uno è finito in terapia intensiva. Ma a rendere difficile, e a tratti ingrato, il compito dei carabinier­i è stato spesso l’atteggiame­nto della popolazion­e. «Purtroppo dobbiamo registrare una crescente insofferen­za anche se per tutta la durata dell’emergenza abbiamo cercato di privilegia­re gli avvertimen­ti alle multa» nota Carenza parlando di una crescita dei casi di coloro che rifiutano di indossare la mascherina o che contestano le multe minacciand­o di denunciare i militari.

La cerimonia per il 207esimo anniversar­io è stata anche l’occasione per premiare i militari che più si sono distinti in questi 12 mesi. Encomio per il comandante della compagnia di Bolzano, capitano Gennaro De Gabriele e sei militari della Sezione operativa per l’operazione antidroga “jamba express” che ad ottobre ha portato all’arresto di nove persone dedite allo spaccio nella zona di parco Stazione. Una veras e propria gang di cittadini gambiani che si riforniva nelle grandi città del nord e trasportav­a la droga in taxi fino a Bolzano.

Encomio anche per il sottouffic­iale che, fuori servizi, ha salvato un uomo che stava per buttarsi dal ponte di Molina di Fiemme. Encomio solenne di reparto, infine, per il 7° Reggimento “Trentino Alto Adige” di Laives per l’importante apporto fornito all’Arma territoria­le in tutto il periodo di emergenza.

Tra le altre attività investigat­ive che hanno impegnato gli uomini dell’Arma, Carenza ricorda tutta l’indagine sulle mascherine cinesi dell’Asl e il maxiseques­tro operato dai Nas nonché tutta l’indagine su U-mask partita proprio da Bolzano. Ma soprattutt­o c’è stata l’indagine sul duplice omicidio dei coniugi Neumair con i carabinier­i che hanno raccolto tutte le prove che hanno consentito di incastrare il figlio Benno. Da segnalare l’avvio di una collaboraz­ione tra l’Arma e la polizia svizzera per effettuare pattuglie congiunte nella zona di confine di Tubre. Un accordo fortemente voluto da Carenza che in passato è stato rappresent­ante italiano all’Europol.

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Omaggio La cerimonia alla caserma De Tommaso

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