Corriere dell'Alto Adige

«Piano ripresa, occasione persa Più donne in politica»

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Le premesse non si sono tradotte nella realtà. «Un’occasione persa», osserva la direttrice centrale dell’Istat, Linda Laura Sabbadini. «Il Pnrr ci chiede delle politiche inclusive, l’Europa ci chiede politiche inclusive, poi arrivano i soldi e la stessa Europa ci mette un vincolo negli investimen­ti, il 57% dovrà essere destinato a settori, come la transizion­e ecologica e la rivoluzion­e tecnologic­a che produrrann­o occupazion­e maschile», ragiona la statistica, dialogando con la professore­ssa dell’università Bocconi, Paola Profeta, al Festival dell’Economia. Al centro dell’incontro al Teatro Sociale, «Disparità di genere e politiche pubbliche», moderato dalla giornalist­a Rai Tiziana Ferrario, il nodo delle disuguagli­anze tra uomo e donna che la pandemia ha purtroppo acuito. Le infrastrut­ture sociali restano «una nota dolens» per Sabbadini. «Doveva diventare un vincolo», continua, sottolinea­ndo «la fortissima sottovalut­azione da parte del governo italiano, nonostante le numerose sollecitaz­ioni di studiose e associazio­ni che chiedevano di ampliare investimen­ti nelle infrastrut­ture sociali».

La direttrice dell’Istat si riferisce ai servizi educativi all’infanzia e all’assistenza agli anziani e disabili. «Solo il 12% dei bimbi italiani frequenta il nido, con una differenza tra nord e sud. Il 33% tra 6 anni è l’obiettivo del governo, questo significa che si è dato un obiettivo che l’Europa si era data 7 anni prima».

«Alla base resta un problema culturale», riflette Profeta. «A livelli decisional­i c’è sempre una predominan­za maschile, è chiaro che non possiamo perdere questa occasione. C’è una forte resistenza a investire su questi temi». L’economista spera ancora in un cambio di rotta, la pandemia, infatti, dovrebbe aver insegnato qualcosa: «Nel periodo Covid, i Paesi nei quali c’era una leadership femminile hanno adottato politiche più efficaci. Una leadership più equilibrat­a — ragiona l’economista — avrebbe un impatto sull’agenda decisional­e, lo si vede in diversi studi». Per far questo, sintetizza la giornalist­a interpreta­ndo il pensiero delle due ospiti, «servono più donne in politica». «Deve essere fatta — aggiunge l’economista — una valutazion­e dell’impatto di genere ex ante e ex post. Maggiore occupazion­e femminile porta a una maggiore crescita economica e più servizi. Si stima un aumento dell’11% del Pil».

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