Corriere dell'Alto Adige

Cederna diventa Pennac «Storia di un corpo»

Questa sera la pièce all’Arena all’aperto sul Talvera a Bolzano

- Silvia M. C. Senette

L’Arena all’aperto del Teatro Stabile di Bolzano ospita questa sera un testo ironico e profondo interpreta­to da Giuseppe Cederna. Sul palco allestito lungo i Prati del Talvera, alle 21, va in scena

Storia di un corpo, tratto dal romanzo di Daniel Pennac, che in autunno diventerà un vero e proprio spettacolo inserito nel cartellone 2022/23 dello Stabile e diretto da Giorgio Gallione.

Il regista cura anche la lettura a ingresso gratuito di questa sera: passaggi del diario che si snoda lungo i cambiament­i fisici del corpo di un uomo dall’adolescenz­a fino alla morte. «Questo spettacolo, che ora avviene in forma di lettura e racconto e che a fine anno mi vedrà solo sul palco, è un piccolo regalo che un attore a una certa età forse si merita - dice Cederna -. Ho cercato storie tutta la vita, fin da quando ero un clown di strada e scrivevo i miei spettacoli. Tutto quello che ho fatto è sempre stata una ricerca di viaggi in mondi interiori». Anche Storia di un corpo, a suo modo, è un viaggio che, con la scrittura precisa, secca e profonda di Pennac, conduce nei meandri della mente che abita un corpo maschile, con la sua storia e i suoi cambiament­i, con le prove a cui lo costringe l’educazione alla vita, la paura, il coraggio, l’amore e la vecchiaia.

«Il compagno di viaggio della voce narrante è inizialmen­te il corpo di un bambino emaciato, piccolo e magro che si costruisce anno dopo anno scoprendo che il suo corpo è anche il corpo degli altri che ti aiutano a crescere - rivela l’attore -. Proseguend­o nel testo si va incontro alla scoperta del sesso, dell’autoerotis­mo, c’è il primo colpo di fulmine con le insicurezz­e e le delusioni e il furore erotico con la donna che diventerà sua moglie. Quindi la paternità, il deperiment­o della terza età e l’insegnamen­to, prezioso, su come lasciare questo corpo e andarsene». Una pièce ora ironica, ora commovente. Spiega Cederna: «Cose che viviamo tutti, ridendo su quella cosa molto seria che è la vita». E ancora: «La storia di questo corpo maschile parla anche delle donne viste da parte dell’uomo e non solo da un punto di vista erotico. Sarà curioso vedere come reagiranno le signore alle avventure e disavventu­re narrate con questa autocoscie­nza a volte infantile e a volte divertita, ma mai goliardica, di chi si guarda allo specchio e non sempre si piace. Ma si mette anche in relazione con il corpo della moglie e dei figli, affronta la malattia e la scoperta di un erotismo tardivo. Ho letto questo testo a mia madre che ha 97 anni e si è molto divertita - racconta Cederna - anche se alla fine ci sono i passaggi più delicati di questo corpo vecchio, che cambia nuovamente prima di lasciarsi andare. Io che sono già nonno, invece, mi ritrovo molto nell’amore del protagonis­ta per i nipoti: amo molto giocare con loro e divento piccolo anch’io».

Stagioni Viaggio dalla gioventù alla terza età, alla morte

 ??  ?? Giuseppe Cederna racconta tra ironia e commozione i sentimenti e la vita di un uomo che si vede invecchiar­e e cambia l’approccio con la famiglia, gli amici e con se stesso
Giuseppe Cederna racconta tra ironia e commozione i sentimenti e la vita di un uomo che si vede invecchiar­e e cambia l’approccio con la famiglia, gli amici e con se stesso

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