Nadal non vuole cedere lo scettro: Sinner battuto
Per il pusterese quattordicesima sfida contro un TopTen: dieci sconfitte
È sembrato un film già visto. Il copione simile a quello dell’anno scorso, lì sullo stesso campo parigino, il Philippe Chatrier. E per certi versi la partita ha ricordato pure quella di poche settimane fa a Roma. Jannik Sinner anche ieri, negli ottavi di finale del Roland Garros, per un’ora e mezza abbondante ha illuso di potersela giocare alla pari contro Rafa Nadal, salvo poi a cedere sul più bello (7-5, 6-3, 6-0).
Il 15 volte re di Parigi, insomma, si è confermato per la terza volta una montagna da scalare a mani nude per il nostro Rosso. Eppure la fotografia che resta, purtroppo un po’ ingrigita dai rimpianti, è quel 5-4 su cui il 19 del mondo di Sesto Pusteria ha servito per il primo set. Sembrava ormai fatta, anche perché Sinner, dopo l’avvio contratto (0-2), dava idea di essere centrato nel suo repertorio da fondo campo, al punto da saper mettere in fila il 22 volte slam strappandogli il servizio due volte consecutivamente (5-3).
Sul 5-4 la repentina e sconcertante crisi, con errori gratuiti figli della tensione, dell’inesperienza e ancora una volta del «braccino» che costantemente colpisce Jannik contro i più forti. Un Nadal frastornato così si è trovato a rimontare senza sapere bene nemmeno lui il perché; Jannik dal canto suo si è disunito, ha perso contatto con la partita e un’altra volta il servizio in avvio di secondo set (0-3).
Eppure una seconda possibilità l’ha avuta, nel settimo gioco, quando ha ribrekkato Rafa con un incrociato di rovescio da applausi (3-4). Anche qui però Sinner ha vanificato tutto nel successivo turno di servizio, quando anziché impattare si è ritrovato sotto acqua definitivamente (3-5). Da lì è stata una via crucis, con un Sinner ormai con la testa negli spogliatoi e un Nadal che non ha più trovato davanti a sé la minima resistenza per chiudere in fretta le ostilità.
C’è, inutile nasconderselo, delusione. Non per la sconfitta in sé, ci mancherebbe, ma per quello zero ancora una volta nella casella dei set. Riportando però tutto alla giusta prospettiva, cioè a quella complessiva di una ragazzo di 19 anni solo alla sua seconda esperienza nello slam parigino e con meno di 80 partite Atp sulle gambe, va detto che Sinner in questo Roland Garros ha fatto pienamente il suo dovere.
I quarti di finale nel 2020 e gli ottavi quest’anno sono un ruolino di marcia di rilievo e per nulla scontato. A rafforzare il valore del risultato, la sensazione che Jannik sia riuscito a superare tre turni di uno Slam senza brillare al 100%, a conferma della sua resilienza da vincente e la sua costanza di rendimento contro, tolti i big, quasi tutti gli avversari del ranking.
La settimana prossima Sinner perderà qualche posizione in classifica, uscendo dalla top 20 (sarà presumibilmente numero 23), in virtù del meccanismo Atp che lo costringeva a difendere i 360 punti dello scorso Roland Garros (Sinner in questa edizione ne ha totalizzati 180). Poco male: non sappiamo se il Rosso potrà entrare nei primi dieci al mondo entro fine anno, come vaticinato da Nicola Pietrangeli, certamente però ha già tutto per stabilizzarsi nei primi 15-20, al di là di questo momentaneo sgarbo del computer.
La sua stagione ora proseguirà sull’erba, nel percorso che porta a Wimbledon il 28 giugno. Da lunedì prossimo appuntamento ad Halle, Atp500 tedesco, dove nel draw ci sarà anche Federer dopo il ritiro agli ottavi di Parigi. Da valutare poi la presenza dal 21 al 27 giugno nel 250 di Eastbourne.