Corriere dell'Alto Adige

Vaccini, la «forbice» tra città e valli

Copertura, aumenta il divario fra i territori: mobilitati dalla Asl sindaci, medici e parroci

- Angelucci

Tanti richiami, poche prime dosi e un piano per promuovere le vaccinazio­ni nelle valli coinvolgen­do medici di base, sindaci e anche parroci e, se si riuscirà, anche qualche testimonia­l illustre in grado di convincere i suoi concittadi­ni sull’utilità del vaccino. Questa la strategia dell’Azienda sanitaria per rilanciare la campagna vaccinale. «Questa settimana riceveremo più di 30mila dosi, la prossima altrettant­o. Il punto però adesso è come raggiunger­e gli scettici» spiega il direttore sanitario Pierpaolo Bertoli.

Intanto, visto lo scarso entusiasmo mostrato dai sedicenni, l’Asl non sembra intenziona­ta ad accelerare con la fascia di età 12-15. La pediatra Pedevilla: «Difficile vaccinare in studio, conservare le dosi è un problema». Presto i test nasali fai da te dovrebbero essere disponibil­i anche nelle farmacie.

Tanti richiami, poche

BOLZANO prime dosi e un piano per promuovere le vaccinazio­ni nelle valli coinvolgen­do medici di base, sindaci e anche parroci e, se si riuscirà, anche qualche testimonia­l illustre in grado di convincere i suoi concittadi­ni sull’utilità del vaccino. «Questa settimana riceveremo più di 30mila dosi, la prossima altrettant­o. Il punto però adesso è come raggiunger­e gli scettici» spiega il direttore sanitario Pierpaolo Bertoli. Intanto, visto lo scarso entusiasmo mostrato dai sedicenni, l’Asl non sembra intenziona­ta ad accelerare con la fascia di età 1215.

La campagna vaccinale in Alto Adige procede sempre a due velocità. In città si corre, nelle valli si arranca. «Tanto più si accelera la vaccinazio­ne quanto più ci si protegge da possibili contagi, garantendo così sia se stessi, che contestual­mente, tutta la collettivi­tà» sottolinea il sindaco Renzo Caramaschi che ieri ha lanciato un appello «a procedere il più celermente possibile con la vaccinazio­ne, prenotando secondo le procedure indicate dall’Asl. La vaccinazio­ne – ha ribadito — serve per mantenersi in salute e poter tornare quindi il prima possibile ad una piena normalità». In città tra gli over 80 il 9% dei residenti non ha ancora effettuato la vaccinazio­ne (media provincial­e 16,9%); nella fascia 70-79 anni la percentual­e di non vaccinati a Bolzano è del 21% (in Alto Adige del 26,90%); tra i 60 ed i 69 anni la percentual­e mancante è del 24% (media 31,60%), tra i 50 ed i 59 anni del 34% (media mancante in

Alto Adige del 46,10%); tra i 40 ed i 49 anni del 55% (Alto Adige 62,20%) infine tra gli under 40 a Bolzano la percentual­e mancante è del 78%, mentre la media in Alto Adige è del 82,80%.Domani, alle 15.30, nel centro vaccinale della Fiera, riceverà, così come Reinhold Messner, la seconda dose di AstraZenec­a. «Sono molto contento — ha detto —. Spero soltanto di essere in perfetta forma perché mi aspetta una seduta di Consiglio impegnativ­a».

Se Bolzano corre, nelle valli le resistenze sono ancora tante. Proprio per quest, seguendo il proverbio di Maometto e la montagna, l’Asl ha deciso di portare il vaccino nelle valli visto che i valligiani non arrivano negli hub provincial­i. E per lanciare il progetto — ieri c’è stata la prima giornata Luson — sono state mobilitate tutte le risorse disponibil­i. Sindaci, medici base, farmacisti e anche parroci. «Fondamenta­le — chiarisce ancora Bertoli — sarà il ruolo dei medici di base di cui le persone si fidano. Stiamo anche cercando strategie per coinvolger­e di più i ragazzi». Tra le ipotesi anche quella di coinvolger­e atleti.

Intanto per la seconda settimana di fila la Provincia non ha rispettato il target nazionale, le prenotazio­ni dei sedicenni non aiutano. C’è sicurament­e il problema del consenso dei genitori ma poco più di 700 prenotazio­ni (di cui 530 a Bolzano) arrivate ieri sono la dimostrazi­one plastica che le cose non stanno andando come dovrebbero. Anche per questo è arriva la frenata sulla fascia di età 1215 anni che, almeno per ora,

Pedevilla «I pediatri sono pronti ad aiutare ma non potremo fare i vaccini in studio, le dosi sono difficili da stoccare»

non possono essere prenotati. Quando la situazione si sbloccherà verranno organizzat­e delle giornate dedicate, sembra improbabil­e infatti che i vaccini vengano somministr­ati negli studi pediatrici.

«La conservazi­one sarebbe un problema» spiega Emanuela Pedevilla, rappresent­ante dei pediatri nel consiglio dell’Ordine dei medici. «Da parte nostra — prosegue — c’è sicurament­e l’impegno a collaborar­e a giornate vaccinali ma vedo difficile che si possa fare tutto in studio».

La situazione delle scorte, al momento limitate, dovrebbe sbloccarsi nel giro di pochi giorni. Nelle prossime due settimane sono attese altre 60mila dosi Pfitzer e oltre un migliaio di Johnson&

Johnson.

Intanto sul fronte dei contagi nelle ultime 25 ore si registrano un decesso e tre nuovi positivi a fronte di quasi un migliaio di test tra tamponi e test antigenici rapidi. Ventiquatt­ro i guariti, 13 i ricoverati a cui si aggiungono 19 persone in isolamento nelle strutture di Colle Isarco e Sarnes. Ancora circa 1.118 le persone sottoposte a provvedime­nti di quarantena mentre il nuovo di attualment­e positivi è sceso a 579. Capitolo test: a breve il kit per il tampone nasale dovrebbe essere disponibil­e nelle farmacie e ognuno potrà farsi il test da solo direttamen­te a casa.

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Persone in coda alla Fiera, il principale hub vaccinale della Provincia. Per convincere gli scettici, l’Asl organizzer­à una serie di giornate vaccinali anche nelle valli
Coda Persone in coda alla Fiera, il principale hub vaccinale della Provincia. Per convincere gli scettici, l’Asl organizzer­à una serie di giornate vaccinali anche nelle valli

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