Passi dolomitici, un’estate senza divieti «Basta la pandemia»
Al vaglio progetti di mobilità sostenibile. Alfreider: ora i fondi Ue
Per quest’anno sui passi Dolomitici niente divieti. Ad assicurarlo sono gli assessori Tonina e Alfreider che però annunciano un piano congiunto per potenziare il trasporto pubblico e realizzare nuove ciclovie. «Utilizzeremo i soldi del recovery fund per finanziare un sistema di monitoraggio e gestione dei flussi di traffico» spiega Alfreider che pensa ad una segnaletica dinamica.
TRENTO Dal Sella al Pordoi, dal Gardena al Fedaia quella alle porte sarà un’altra estate senza particolari limiti alla circolazione sui passi dolomitici. «Quest’anno — dicono all’unisono gli assessori Mario Tonina della Provincia di Trento e Daniel Alfreider di quella di Bolzano — non ci saranno divieti». Ma si continuerà sulla strada del potenziamento della viabilità pubblica. Anche se continuano a circolare documenti che spingono della direzione per altro ribadita dal protocollo siglato tra Trento, Bolzano e Regione Veneto in aprile, di una limitazione del traffico in quota, nell’ottica di un turismo più sostenibile.
Le ipotesi
Il documento siglato in aprile dalle province autonome, dai Comuni i cui territori sono interessati dai passi, dalla Provincia di Belluno e dalla Regione Veneto, impegnava infatti i soggetti a attivare un programma di collaborazione finalizzato alla realizzazione di sistemi di mobilità sostenibile per decongestionare il traffico sui passi e ridurre l’inquinamento acustico e atmosferico. Sono previsti anche interventi di progettazione ingegneristica sulla viabilità esistente nel 20232024. Entro 30 giorni dalla firma gli enti coinvolti dovevano elaborare un piano di attività biennale. E alcune ipotesi iniziano a circolare: si parla infatti di introdurre una ztl sui passi nei mesi clou dell’estate, luglio e agosto, tra le 9 e le 17 e di introdurre il pedaggio in autunno e in primavera, con esenzione per le categorie riservate e veicoli a emissione zero. Ma per Pordoi, Campolongo, Sella, Gardena si studia la realizzazione di 60 chilometri di piste ciclopedonali entro 9 anni e 80 nelle vallate sottostanti. Nei centri abitati adiacenti si dovrebbero introdurre limiti di velocità di 30 chilometri orari, 40 sulle strade di accesso ai passi e probabilmente anche limiti fonometrici.
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Le decisioni
Ipotesi appunto, che per quest’anno non diventeranno realtà. E probabilmente nemmeno per il prossimo, dal momento che chiusure e limitazioni al diritto della circolazione richiedono norme e leggi che le Regioni devono prendere di comune accordo. «Allo stato attuale — spiega Tonina, che veste anche i panni di presidente della Fondazione Dolomiti Unesco — non ci sono piani. È chiaro che qualcosa in prospettiva bisogna fare e questo dice anche il protocollo che abbiamo siglato in aprile, ma quest’anno, con tutte le limitazioni vissute dalle persone e dagli operatori per il Covid, non è il caso di proporre chiusure». E quindi si sceglie la strada, percorsa per altro negli ultimi due anni, del potenziamento della mobilità pubblica, introducendo più corse sulle strade interessate da maggior traffico. Per Pordoi, Predazzo-Cavalese, Penia-Passo Fedaia l’estate sarà all’insegna di corse ogni 30 minuti, un lasso di tempo che dal 1° al 19 settembre interesserà anche il tratto Cavalese— Penia. Più serrato ancora il ritmo tra Moena e Penia, con una frequenza complessiva ogni 10 minuti nl cuore dell’estate quindi dal 1 luglio al 31 agosto. Ogni ora passeranno invece i bus sul passo Sella e sul San Pellegrino
così come sul passo Costalunga, ma solo per il periodo che va dal 4 luglio al 5 settembre (con intensificazione alla mezz’ora nelle fasce di punta).
Sulla stessa linea anche l’assessore altoatesino Daniel Alfreider che invita a non fare allarmismo. «Per introdurre una zona a traffico limitato o un pedaggio occorrono modifiche legislative a livello regionale ma anche l’autorizzazione da parte dello Stato. Quindi — chiarisce l’assessore ladino — per quest’anno sicuramente non se ne farà nulla».
Il problema della raggiungibilità dei siti Unesco però rimane e i vari assessori stanno studiando le soluzione adottate anche da altre realtà in Europa. «L’afflusso massiccio di visitatori avviene in ore determinate della giornata,
tra le 11 del mattino e le 15 e questo sta diventando insostenibile per le vallate. Il nostro compito — aggiunge Alfreider — è studiare questi flussi e trovare il modo di gestirli in maniera sostenibile».
Il sistema informatico
Una delle priorità dell’assessore altoatesino è mettere in piedi una rete di monitoraggio dei flussi di traffico che, attraverso una app e segnaletica dinamica, fornisca ai turisti informazioni in tempo reale. Una parte del lavoro di monitoraggio è già stata fatta, ora rimane da organizzare la parte infrastrutturale. E per questo su punta sui finanziamenti del recovery fund
«L’idea di massima è di inserire nei programmi del recovery fund anche un progetto per la mobilità sui passi dolomitici con interventi in ciascun territorio. Ad esempio una segnaletica dinamica attraverso si potrebbe segnalare la disponibilità di parcheggi o la eventuale chiusura di strade. O anche far conoscere le alternative del trasporto pubblico. Tra le nostre priorità — aggiunge l’assessore altoatesino alla mobilità — c’è anche la realizzazione di nuove ciclovie e la promozione degli impianti a fune che in montagna sono un’alternativa sostenibile all’auto privata».