Attacco al mini-zoo, lupi sotto accusa
Tesimo, sei animali sbranati: ora il test del Dna. Gli esperti: cani e reti per convivere
il Maso Rainguthof di Tesimo, uno dei luoghi preferiti dalle famiglie con bambini, è stato razziato (a quanto pare) da due lupi, che hanno sbranato tre femmine di daino e tre mufloni. Sgomento e rabbia nella famiglia Piazzi che gestisce il maso i cui titolari si dicono preoccupati e arrabbiati: «Bisogna trovare una soluzione, non si può andare avanti così perché ormai gli avvistamenti sono quotidiani nel nostro comune, sia di lupi che di orsi» dice Peter Piazzi.
BOLZANO Uno dei luoghi preferiti dalle famiglie con bambini a Caprile di Tesimo, è stato profanato nella notte tra sabato e domenica scorsi da un attacco (a quanto pare) di due lupi, che hanno fatto davvero razzia. Si tratta del Maso Rainguthof che ospita diverse specie di animali per la gioia dei più piccoli.
La fattoria accoglie gli animali più disparati dai pony, ai pavoni, alle caprette, ai maiali selvatici alle pecore nane e si trova a 2 chilometri dalla frazione di Caprile in direzione del Passo delle Palade. Sei gli animali vittime del lupo (o dei lupi), che hanno sbranato tre femmine di daino e tre mufloni. A una delle femmine di daino gravida, è stato addirittura strappato dal grembo il piccolo e sbranato, mentre un’altra delle tre aveva appena partorito. Manca all’appello anche un picciolo muflone che probabilmente i lupi hanno portato via.
Sgomento e rabbia nella famiglia Piazzi che gestisce il maso i cui titolari si dicono preoccupati e arrabbiati: «Bisogna trovare una soluzione — dice Peter Piazzi —, non si può andare avanti così perché ormai gli avvistamenti sono quotidiani nel nostro comune, sia di lupi che di ors.». E infatti una coppia di coniugi di Lana, a passeggio domenica scorsa, ha avuto un poco piacevole incontro con un plantigrado sempre nella zona di Tesimo, lungo l’alta via tra la frazione di Narano e Lana. Nessuna conseguenza per i due dei quali il grosso orso sembra essersi disinteressato e che da lui si sono allontanati tornando sui loro passi.
Luigi Spagnolli responsabile dell’Ufficio caccia e pesca della Provincia è intervenuto con i suoi uomini a Caprile: «Abbiamo rilevato i campioni di Dna, ma ci vorrà una settimana prima di avere i risultati e sapere se è opera di uno o più lupi» dichiara, ma sottolinea anche che «sul luogo non sono state messe in atto le misure di prevenzione necessarie a tenerli lontani. Ci sono dei disciplinari apposta — spiega — che illustrano cosa si deve fare e ci sono i contriproliferazione. buti dell’Ufficio Economia Montana a disposizione, ma le domande sono sempre poche e inferiori alla disponibilità economica messa a disposizione». Una recinzione alta due metri, in sostanza non basterebbe a scongiurare gli attacchi dei predatori.
La protesta monta da parte delle diverse categorie: contadini, allevatori, albergatori e rappresentanti delle aziende turistiche sono in fermento accumunate dalla richiesta di misure serie e concrete per allontanare lupi e orsi dal nostro territorio e impedirne la Sul tema la pressione della Svp (e soprattutto della sua ala contadina) è forte, ma la competenza resta statale: in Italia — e in Alto Adige — resta dunque valido il recepimento della normativa europea che tutela in assoluto i lupi. «Ulteriori interventi sarebbero possibili — spiega ancora Spagnolli — solo se le regioni italiane, unanimemente, si mettessero d’accordo su una normativa comune che non è mai decollata per lo scarso interesse che certe regioni dove il lupo non c’è, hanno sul problema». Secondo Spagnolli i branchi di lupi sono una realtà che ormai riguarda, oltre la nostra regione (in Trentino ve ne sono 22 branchi), i Grigioni in Svizzera, il Tirolo del nord e il Bellunese: «Siamo praticamente circondati da regioni con branchi di lupi — conclude — che sono capaci di percorrere anche decine di chilometri in un giorno e quindi, se non cambia la legislazione, la via da percorrere non è quella del ‘non vogliamo i lupi’ ma quella di adottare le misure di prevenzione che esistono e vengono anche finanziate».
Sgomento
Piazzi: occorre fare qualcosa, qui a Tesimo avvistamenti sempre più frequenti