«Ma convivere si può: servono reti elettrificate e soprattutto i cani pastori»
BOLZANO Anna Consalvo, conosciuta notaio a Merano e il marito Ciro Manente sono due esperti di lupi. Autori anche dei libri «Sulle tracce dei lupi» (Italian Edition 2018) e «La nostra vita con i lupi» (Ricerche & Redazioni 2019) sono saliti ieri al maso Rainguthhof per rendersi conto dell’accaduto e dare alcuni utili consigli alla famiglia Piazzi.
Dottoressa Consalvo che situazione avete trovato?
«È evidente che si sia trattato di un attacco di predazione da lupo e probabilmente gli animali erano due, ma non hanno mangiato molto ed è probabile che abbiano dei cuccioli perché hanno portato con se il piccolo muflone del quale i signori Piazzi lamentano la sparizione. La situazione sul posto è tale da evidenziare che, come un po’ in tutto l’Alto Adige, vi sia una certa impreparazione ad affrontare questo tipo di emergenza. Non sono infatti state applicate misure preventive che scoraggiassero possibili attacchi».
Si tratta di impreparazione?
«Da tempo passavamo dalle parti del maso Rainguthof e ci domandavamo come mai non avessero messo in atto delle misure contro la predazione. Lo stesso anche in altri luoghi della provincia e anche nel vicino Trentino. Noi abbiamo una lunga e consolidata esperienza in campo che ci deriva dall’Abruzzo, regione d’origine di mio marito, dove la convivenza con i lupi è un dato di fatto da molto tempo. Li abbiamo studiati, ne conosciamo le abitudini e siamo a disposizione di chi voglia adottare le contromisure per difendersi, partendo dal presupposto che il lupo è un bene per l’ambiente e l’ecosistema e bisogna imparare a gestirlo».
Dunque i lupi non vanno cacciati, ma si può conviverci?
«In questo territorio mancava da 110 anni e ora è tornato. Non lo si vuole perché si ritiene che il territorio sia troppo antropizzato, ma in realtà boschi e prati ci sono in abbondanza anche qui e quindi bisogna accettarne la presenza e adottare tutte le contromisure possibili. Con la nostra associazione “Popoli & Lupi” stiamo cercando di sensibilizzare sul tema perché venga affrontato nella giusta maniera ed abbiamo attivato una rete di monitoraggio nazionale che possa fare da supporto. Stiamo inoltre formando anche nuove leve proprio per alimentare questa rete».
Quali sono le misure più efficaci da mettere in atto?
«L’esperienza positiva dell’Abruzzo insegna. Lì greggi anche molto grandi sono al riparo dagli attacchi dei lupi grazie a due principali interventi: le reti elettrificate di protezione e soprattutto la presenza del cane pastore abruzzese, il cane da pecora per eccellenza che è il principale deterrente per i lupi che lo temono».