No vax sospesi, niente aiuti Sussidi, scatta il giro di vite
La circolare ai distretti: «Contributi provinciali solo a chi non è responsabile del calo del proprio reddito» Stop a reddito minimo e contributo affitto. Si studia un sistema anche per il Durp
BOLZANO Stretta sulle prestazioni sociali per i no vax. Di fronte all’aumento dei contagi e dei ricoveri, la Provincia ha stabilito di applicare una norma del 2000 a coloro che sono stati sospesi per il mancato rispetto della legge sul green pass e sull’obbligo vaccinale per i sanitari. Una norma secondo cui ha diritto all’assistenza economica «chi ha subito una riduzione di reddito significativa laddove la causa non sia imputabile all’utente». Ma non è finita perché l’Obmann Svp Philipp Achammer, prendendo in contropiede l’assessora al Welfare Waltraud Deeg, ha annunciato un ulteriore giro di vite per le prestazioni collegate al Durp, il Documento unico di reddito e patrimonio.
Con i contagi che crescono ad un ritmo impressionante, Palazzo Widmann le sta provando tutte per far decollare la campagna vaccinale. Da un lato si sta intensificando il pressing sul governo per arrivare ad una norma che consenta alle Regioni di applicare misure restrittive prima che scatti la zona gialla. La proposta che il governatore Arno Kompatscher ha fatto al governo è di adottare una normativa sul modello austriaco dove, chi non è vaccinato o guarito, non può entrare nei locali pubblici, dal parrucchiere e partecipare alla vita culturale. La mossa di Vienna ha subito fatto incrementare le vaccinazioni tuttavia le risposte arrivate da Roma non sono incoraggianti. Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli ha detto chiaramente che la regola austriaca del «2G» in Italia non è applicabile per ragioni di privacy.
L’Svp però insiste e la presidente del Gruppo Autonomie Julia Unterberger ha già portato la questione in Senato sottolineando che «se non si interviene subito la situazione rischia di degenerare». In Senato
Unterberger ha ricordato le resistenze culturali che esistono fin dai tempi di Andreas Hofer — il capo degli insorti tirolesi si oppose al vaccino antivaiolo portato dai francesi — ribadendo che servono provvedimenti forti.
Tuttavia, visto che i problemi dell’Alto Adige non sembrano preoccupare troppo il governo, la Provincia ha deciso di fare da sola. E, in mancanza di una legge che consenta al governatore di limitare orari di chiusura dei locali o di imporre le mascherine anche all’aperto, Palazzo Widmann ha deciso di intervenire sul sociale togliendo il welfare ai no vax.
Per applicare il principio, la ripartizione Politiche sociali, ha spolverato una norma del 2000 che consente di non pagare le prestazioni a chi subisce una riduzione del reddito per sua responsabilità. Lo ha chiarito la direttrice di ripartizione Michela Trentini rispondendo alle richieste dei distretti sociali che chiedevano come comportarsi con chi chiedeva aiuto sociali dopo la sospensione dal lavoro.
«Le prestazioni non verranno erogate a chi è stato sospeso per il mancato rispetto della legge sul green pass. Si tratta di una scelta personale dunque la norma del 200 si applica anche a quei casi» spiega l’assessora al welfare Waltraud Deeg spiegando che la stretta riguarda solo alcuni assegni sociali. Ovvero il reddito minimo provinciale, il contributo per l’affitto e quello per le spese accessorie. «Sull’Ise e sul Durp è più difficile intervenire» aggiunge.
L’obiettivo è che, di fronte alla prospettiva di trovarsi senza stipendio e senza aiuti sociali, anche qualche irriducibile finisca per vaccinarsi(attualmente sono circa 45mila i lavoratori senza pass) Ma per convincere anche i più riottosi, la Provincia pensa ad un giro di vita ancora più alta. L’idea dell’assessore al lavoro Achammer è di applicare la stessa norma anche a prestazioni legate al Durp ma dal Sociale arriva un secco altolà. «Complicato cambiare in corsa il sistema Durp anche perché in molti casi non c’è nemmeno il provvedimento di sospensione per le persone si sono dimesse o collocate in aspettativa» avverte il capodipartimento Luca Critelli.
Deeg
Abbiamo applicato una norma del 2000 Difficile intervenire su Durp e Isee