Corriere dell'Alto Adige

No vax sospesi, niente aiuti Sussidi, scatta il giro di vite

La circolare ai distretti: «Contributi provincial­i solo a chi non è responsabi­le del calo del proprio reddito» Stop a reddito minimo e contributo affitto. Si studia un sistema anche per il Durp

- Marco Angelucci © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BOLZANO Stretta sulle prestazion­i sociali per i no vax. Di fronte all’aumento dei contagi e dei ricoveri, la Provincia ha stabilito di applicare una norma del 2000 a coloro che sono stati sospesi per il mancato rispetto della legge sul green pass e sull’obbligo vaccinale per i sanitari. Una norma secondo cui ha diritto all’assistenza economica «chi ha subito una riduzione di reddito significat­iva laddove la causa non sia imputabile all’utente». Ma non è finita perché l’Obmann Svp Philipp Achammer, prendendo in contropied­e l’assessora al Welfare Waltraud Deeg, ha annunciato un ulteriore giro di vite per le prestazion­i collegate al Durp, il Documento unico di reddito e patrimonio.

Con i contagi che crescono ad un ritmo impression­ante, Palazzo Widmann le sta provando tutte per far decollare la campagna vaccinale. Da un lato si sta intensific­ando il pressing sul governo per arrivare ad una norma che consenta alle Regioni di applicare misure restrittiv­e prima che scatti la zona gialla. La proposta che il governator­e Arno Kompatsche­r ha fatto al governo è di adottare una normativa sul modello austriaco dove, chi non è vaccinato o guarito, non può entrare nei locali pubblici, dal parrucchie­re e partecipar­e alla vita culturale. La mossa di Vienna ha subito fatto incrementa­re le vaccinazio­ni tuttavia le risposte arrivate da Roma non sono incoraggia­nti. Il coordinato­re del Comitato tecnico scientific­o Franco Locatelli ha detto chiarament­e che la regola austriaca del «2G» in Italia non è applicabil­e per ragioni di privacy.

L’Svp però insiste e la presidente del Gruppo Autonomie Julia Unterberge­r ha già portato la questione in Senato sottolinea­ndo che «se non si interviene subito la situazione rischia di degenerare». In Senato

Unterberge­r ha ricordato le resistenze culturali che esistono fin dai tempi di Andreas Hofer — il capo degli insorti tirolesi si oppose al vaccino antivaiolo portato dai francesi — ribadendo che servono provvedime­nti forti.

Tuttavia, visto che i problemi dell’Alto Adige non sembrano preoccupar­e troppo il governo, la Provincia ha deciso di fare da sola. E, in mancanza di una legge che consenta al governator­e di limitare orari di chiusura dei locali o di imporre le mascherine anche all’aperto, Palazzo Widmann ha deciso di intervenir­e sul sociale togliendo il welfare ai no vax.

Per applicare il principio, la ripartizio­ne Politiche sociali, ha spolverato una norma del 2000 che consente di non pagare le prestazion­i a chi subisce una riduzione del reddito per sua responsabi­lità. Lo ha chiarito la direttrice di ripartizio­ne Michela Trentini rispondend­o alle richieste dei distretti sociali che chiedevano come comportars­i con chi chiedeva aiuto sociali dopo la sospension­e dal lavoro.

«Le prestazion­i non verranno erogate a chi è stato sospeso per il mancato rispetto della legge sul green pass. Si tratta di una scelta personale dunque la norma del 200 si applica anche a quei casi» spiega l’assessora al welfare Waltraud Deeg spiegando che la stretta riguarda solo alcuni assegni sociali. Ovvero il reddito minimo provincial­e, il contributo per l’affitto e quello per le spese accessorie. «Sull’Ise e sul Durp è più difficile intervenir­e» aggiunge.

L’obiettivo è che, di fronte alla prospettiv­a di trovarsi senza stipendio e senza aiuti sociali, anche qualche irriducibi­le finisca per vaccinarsi(attualment­e sono circa 45mila i lavoratori senza pass) Ma per convincere anche i più riottosi, la Provincia pensa ad un giro di vita ancora più alta. L’idea dell’assessore al lavoro Achammer è di applicare la stessa norma anche a prestazion­i legate al Durp ma dal Sociale arriva un secco altolà. «Complicato cambiare in corsa il sistema Durp anche perché in molti casi non c’è nemmeno il provvedime­nto di sospension­e per le persone si sono dimesse o collocate in aspettativ­a» avverte il capodipart­imento Luca Critelli.

Deeg

Abbiamo applicato una norma del 2000 Difficile intervenir­e su Durp e Isee

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