Le emozioni del paesaggio
Dai romantici a Segantini la mostra di Goldin a Padova Opere dalla collezione Reinhart Primo atto sull’arte dell’Ottocento
Negli anni Novanta dell’Ottocento, quattro pittori si trovano in una valle silenziosa e incantata della Svizzera sormontata da alti picchi rocciosi attorno al Maloja. Due di loro - Cuno Amiet e Giovanni Giacometti, papà dello scultore Alberto hanno negli occhi quel colore diverso che viene dalla terra di Francia e dal nuovo cromatismo di Van Gogh e Gauguin; mentre Ferdinand Hodler della bellezza che scaturisce da quel paesaggio restituisce visioni monumentali ma anche umili. Ma in quell’unione di spiriti riuniti la rivoluzione la fa Giovanni Segantini, il maestro nato nel 1858 ad Arco (Trento), con la forza della sua tavolozza. Luce, colore, lontananza e infinito: è
Storie minime dentro l’universo della natura, ma anche volti. Un grande romanzo ottocentesco
questo che ritroviamo in quel Paesaggio alpino con donna all’abbeveratoio (1893) che esalta la potenza indiscussa della natura. Il capolavoro del pittore trentino costituisce l’approdo della nuova grande mostra firmata Marco Goldin «Dai romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne. Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart» al Centro San Gaetano di Padova dal 29 gennaio al 5 giugno 2022. Le 76 opere che comporranno la rassegna giungeranno infatti dalla magnifica collezione svizzera di Winterthur.
Appartenente a una ricca famiglia di mercanti, Oskar Reinhart (1885-1965) era il figlio più giovane di Theodor, mecenate di alcuni pittori, tra i quali il citato Hodler. La mostra, promossa da Comune di Padova e Linea d’ombra, è «un grande romanzo ottocentesco dentro l’universo della natura», spiega lo studioso trevigiano. Dalla ragione al sentimento, dall’occhio retineo all’occhio del cuore, tra conscio e inconscio. Dai paesaggi di fine Settecento in Svizzera del «preturneriano» Caspar Wolf a Caspar David Friedrich, in mostra con cinque dipinti tra i quali Le bianche scogliere di Rügen (1818), uno degli emblemi del romanticismo; dai realismi tedeschi e svizzeri a Böcklin e all’impressionismo tedesco, dalle novità, francesizzanti, del colore di pittori svizzeri fino al divisionismo di Segantini, grande innovatore della pittura alpina. Tra Germania e Svizzera, con un allestimento che avvolgerà i visitatori non solo con le pitture: «Tappezzeremo i muri sottolinea Goldin - di foto e carte geografiche che racconteranno i luoghi dell’incanto della natura, tante storie ma pure l’evoluzione del turismo e dell’alpinismo in queste meravigliose montagne». La mostra è il primo capitolo di un ampio progetto di Goldin strutturato in più esposizioni. Col titolo «Geografie dell’Europa. La trama della pittura tra Ottocento e Novecento» la tessitura di uno scenario artistico e storico che nasce dalle suggestioni dello studio ventennale dedicato all’arte del XIX, sfociato nel suo recentissimo libro già bestseller Il giardino e la luna. Arte dell’Ottocento dal romanticismo all’impressionismo (La nave di Teseo). Un progetto che metterà in risalto le specificità territoriali facendo emergere gli intrecci tra le diverse culture figurative nazionali.