I MIRACOLI POLITICI DI MERANO
Il divario tra ideali proclamati ed i più immediati e magari bassi interessi di bottega può essere enorme, soprattutto in politica. Ma a Merano — dentro la sinistra e soprattutto tra i Verdi — stanno diventando paradossali.
Nella città del Passirio si sta infatti concretizzando un’ esperienza politica con grande valenza civile e culturale che dovrebbe far esultare Verdi e sinistra perché realizza i loro ideali proclamati. Ed invece sono lì a lanciare allarmi , lamentarsi e cercare di creare ostacoli.
A Merano sta nascendo infatti una giunta assolutamente paritaria tra uomini e donne: caso unico in Alto Adige ed esempio rarissimo in Italia. È un fatto che già di per sé dovrebbe far gioire Verdi, Partito democratico e sinistra tutta, che sul tema della presenza delle donne in politica e nei posti di governo hanno fatto uno dei propri cavalli di battaglia, anche se non sempre con grandi successi. Invece da quel fronte non arrivano complimenti alle civiche ed alla Volkspartei per questo grandissimo risultato. È un fatto inspiegabile e molto contradditorio a meno di non voler dimostrare che quella proclamata è una parità di genere di tipo ideologico, buona solo se fatta a sinistra, ma cattiva se realizzata da altri.
Ma non è tutto, visto che a Merano sta nascendo — grazie agli equilibri imposti dagli elettori con il loro voto — una giunta paritaria dal punto di vista etnico. È un caso assolutamente unico e memorabile.
Tanto più— altro miracolo meranese — che si accompagna a fatti non meno significativi ed innovativi: le liste civiche italiane che si fanno rappresentare in giunta anche da un’assessora tedesca e la Volkspartei che accetta rinunciando nei fatti alla prassi di voler rappresentare da sola i sudtirolesi e lasciando, anzi, che siano gli italiani a farlo. Di fronte a tutto questo i nostri Verdi- storici e meritori portabandiera della battaglia interetnica dovrebbero esultare e mettersi almenno per un momento in tasca il malumore per la sconfitta elettorale ed affermare invece con orgoglio: non abbiamo vinto nelle urne, ma i nostro ideali si sono imposti e sono diventati realtà. Invece sono lì a lanciare allarmi etnici, mugugnare e mettere pali tra le ruote, creando inutili ostacoli al cammino della nuova maggioranza comunale. Ma che senso c’è nel criticare e volgarizzare i voti degli elettori SVP andati al sindaco italiano giudicandoli quasi frutto di innominabili ed inconfessabili «interessi economici»? A meno che, anche in questo caso come in quella della parità di genere, non si considerino veramente intelligenti e positivi solo i voti senza paraocchi etnici che vanno agli stessi Verdi o al Partito democratico. Ma in questo modo le battaglie per la parità di genere e per una società interetnica diventano solo ipocrisia, bandiere da sventolare strumentalmente solo quando tornano a vantaggio partitico.
A macchiare con qualche imprevisto ostacolo questo miracolo politico, civile e culturale c’è poi il comportamento del Team K. A Merano ha una consigliera eletta ed aveva un leader candidato sindaco che, con molta onestà e trasparenza, subito dopo il ballottaggio aveva pubblicamente annunciato che il suo partito avrebbe appoggiato la maggioranza nata attorno al sindaco Dal Medico. Poi la candidata eletta in un primo momento aveva annunciato , a causa di impegni di lavoro, di voler lasciare il seggio al primo dei non eletti del Team K. Tutti e tre avevano poi partecipato alle trattative per la nuova giunta ribadendo di voler appoggiare la maggioranza Civiche-Volkspartei. Ma poi da Bolzano è arrivato un perentorio ed incomprensibile contrordine: nessun appoggio alla maggioranza e consigliera eletta che deve fare marcia indietro sulle dimissioni annunciate restando al suo posto.
Una pessima figura ed una prova di inaffidabilità che nel Team K a Merano ha creato comprensibile malumore: Bolzano si è imposta, è stata la lettura generale della vicenda, per far piacere ai Verdi che su Merano volevano in qualche modo vendicarsi mettendo i pali tra le ruote alla maggioranza. Tutto lecito e tutto normale in vista soprattutto di interessi politici provinciali.
Anche il Pd a Merano in un primo momento aveva una propria candidata sindaco che poi però si è dovuta ritirare per appoggiare direttamente già al primo turno il candidato Verde Rösch. Il tutto nell’assoluta convinzione che avrebbe vinto facilmente.
Il listone unico Verdi-Pd avrebbe in questo caso portato un qualche beneficio non solo a Merano ma pure a Bolzano. È stata quasi una prova generale in vista delle prossime elezioni provinciali in cui quest’area Verde-Partito democratico-Sinistra , con l’aggiunta ora di Team K grazie alla retromarcia meranese, spera di soppiantare la Lega non solo nelle urne ma soprattutto nel cuore della Volkspartei.