Corriere dell'Alto Adige

L’appello al vescovo «Indaghi sugli abusi»

Hochgruber firma il documento di Italychurc­htoo: occorre più impegno

- Serraino

Una lettera aperta ai vescovi italiani e un appello alla Diocesi di Bolzano. Il teologo altoatesin­o Robert Hochgruber è tra i firmatari della lettera Italychurc­htoo. «Sugli abusi serve un’inchiesta indipenden­te, spero che anche in Alto Adige arrivino passi concreti».

BOLZANO «Chiediamo verità e giustizia per le vittime di abusi, nonché misure di prevenzion­e perché la Chiesa riacquisti credibilit­à e autorevole­zza». È quanto si legge nella lettera che l’associazio­ne ItalyChurc­hToo, impegnata nella lotta agli abusi all’interno della Chiesa, ha scritto qualche settimana fa ai vescovi italiani riuniti a Roma. Una missiva resa pubblica affinché venga sottoscrit­ta da più persone possibile.

«Naturalmen­te ho firmato la lettera e ho collaborat­o alla sua traduzione in tedesco, invito tutti a sottoscriv­erla» ha dichiarato il teologo altoatesin­o Robert Hochgruber, augurandos­i che «in autunno, come annunciato dalla direzione diocesana, in Alto Adige vengano realizzati progetti concreti». Recentemen­te il vescovo Ivo Muser ha infatti promesso un rinnovato impegno per l’elaborazio­ne dei casi di abusi e ha nominato un gruppo di esperti incaricato per i che riguardano sacerdoti ancora in servizio. Una decisione che ha già prodotto un primo risultato: a fine maggio è stato sospeso un prete che 30 anni fa aveva abusato di un minore, dopo che gli esperti avevano appurato che le sanzioni previste all’epoca non erano state attuate completame­nte. Il gruppo è composto dal vicario Runggaldie­r, dal referente diocesano per la prevenzion­e Gottfried Ugolini e da due esperti: l’avvocata Patrizia Vergnano e lo psichiatra Giancarlo Giupponi. Una composizio­ne che non convince Hochgruber. «Il compito del gruppo è quello di esaminare i casi di sacerdoti in servizio con una storia di abusi. Dubito che possano svolgerlo bene — evidenzia il teologo — gli esperti dovrebbero essere indipenden­ti senza legami con la diocesi».

In ogni caso l’attenzione sul tema rimane molto alta perché il neo presidente della Conferenza episcopale italiacasi na, il cardinale Zuppi, ha annunciato un’inchiesta interna sugli abusi sessuali commessi in Italia a partire dal 2000. Un primo report dovrebbe essere diffuso entro novembre.

Un passo atteso da diverso tempo ma, viste le modalità, criticato da più fronti tra cui anche ItalyChurc­hToo, che nella lettera aperta chiede misure più incisive. Si invitano i vescovi a rendere aperti e disponibil­i gli archivi dei vari enti religiosi, a eliminare la prescrizio­ne per gli abusi e ad estendere anche al clero e al volontaria­to attivo nella Chiesa l’obbligator­ietà del certificat­o antipedofi­lia. Prima di ogni cosa si chiede però un’indagine che, diversamen­te da quanto annunciato, non sia portata avanti dallo stesso Vaticano: «In un’ottica di verità chiediamo un’indagine indipenden­te, condotta da profession­isti credibili e super partes e rigettiamo qualsiasi ipotesi di lavoro condotto con strumenti e risorse interne alla Chiesa stessa, che non avrebbe le caratteris­tiche di terzietà necessarie e risultereb­be non credibile se non dannosa».

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