Corriere dell'Alto Adige

«L’unica soluzione è alzare gli stipendi»

- Di Carmelo Salvo

Per convincere i giovani a scegliere il pubblico impiego servono stipendi più alti. Non ha dubbi Angelika Hofer, segretaria della Funzione pubblica della Cgil, secondo cui i benefit promessi dal direttore generale Alexander Steiner non bastano. «Non è con buoni pasto e altri piccoli benefit che si risolverà il problema, da anni chiediamo buste paga più pesanti, specialmen­te per i neo assunti. Impossibil­e vivere con 1.400 euro al mese» dice la sindacalis­ta.

«Bisogna aumentare BOLZANO gli stipendi». Per Angelika Hofer, segretaria della Funzione pubblica della Cgil è questa la strada obbligata per provare a rendere attraente e competitiv­o l’impiego pubblico. Per la sindacalis­ta il rischio concreto è che sempre più servizi non potranno essere garantiti.

Quella del personale è ormai l’emergenza generale per l’Alto Adige. Un problema che riguarda un po’ tutti i settori, anche il pubblico .«Il problema che c’è anche nel settore pubblico, dove la carenza di persone è davvero grave. Purtroppo non vedo da parte della Provincia azioni chiare, non si capisce come tutte queste persone passono essere recuperate. Inoltre, non dimentichi­amolo, ci sono anche da sostituire quelle che ogni anno vanno in pensione».

Quali sono i rischi di questa situazione?

«É evidente che tutta una serie di servizi, ai quali ormai da tempo ci eravamo abituati, non potranno più essere garantiti o lo saranno ma non allo stesso modo. Capita, le faccio un esempio, che si chiami un ufficio per porre un quesito, ma passano settimane prima di ottenere una risposta. E questo per i cittadini non va assolutame­nte bene. In Sanità, fatto ancora più grave, slittano visite mediche e operazioni chirurgich­e perché manca il personale».

Quali altri settori sono maggiormen­te a rischio?

«Nella scuola un problema grosso riguarda le scuole profession­ali. C’è poi la grave situazione delle scuole materne. Lì si è dovuto ricorrere alle Tagesmutte­r e al personale degli asili nido per coprire i posti vacanti. E poi c’è il problema della difficoltà di poter accedere al part-time. Ragione per cui molte insegnanti preferisco­no lasciare o nemmeno iniziare. Grave è anche la carenza di personale nei servizi sociali e nelle case di riposo. Soprattutt­o il problema c’è per i servizi alle persone con disabilità. Sempre più i centri rimangono chiusi e aprono sono tre volte a settimana».

Per il sindacato cosa è necessario fare per rendere più attrattivo il posto pubblico?

«C’è una cosa che ormai chiediamo da tempo, ma rimaniamo inascoltat­i. É necessario aumentare gli stipendi. Ma attenzione, non parlo dell’adeguament­o all’inflazione, che comunque non si è completame­nte concluso. Parlo proprio di una busta paga più “pesante”, soprattutt­o per le qualifiche che vanno dalla seconda alla quarta. Se, ad esempio, un quinto livello neo assunto guadagna 1.400 euro netti, mi dica lei come fa a vivere. C’è poi lo stress. I neo assunti hanno un grande stress proprio a causa della carenza di personale e la mole di lavoro da affrontare. E per questo spesso accade che lasciano».

Il direttore generale Steiner parla di buoni pasto come uno degli esempi di strumenti per rendere attrattivo il posto di lavoro.

«Sui benefit come i buoni pasto bisogna dire che sono molto differenti da quelli dei privati. Quest’ultimi posso accumularl­i e possono utilizzarl­i tutti i giorni. I nostri li puoi utilizzare un solo giorno dalle 11 alle 15. Le sembra un qualcosa di attrattivo?».

Il problema riguarda anche le scuole, soprattutt­o le materne, la sanità e i servizi sociali. Alcuni servizi per i disabili possono aprire soltanto tre volte a settimana

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Protesta Una manifestaz­ione per il rinnovo del contratto del pubblico impiego

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