Corriere dell'Alto Adige

«Picchiato dal prof, troppa paura: da due giorni è a casa»

- Andrea Prandini

TRENTO «Mio figlio gli ultimi due giorni non se l’è sentita di tornare a scuola. Ha troppa paura di incontrare ancora quell’uomo». È quanto afferma la famiglia dello studente sedicenne che ha raccontato d’essere stato picchiato la settimana scorsa da un professore in un istituto tecnico trentino. Sembrerebb­ero esserci dei testimoni.I giorni di giugno a scuola dovrebbero essere quasi una festa. Verifiche e interrogaz­ioni sono rimandate a settembre, quasi ogni materia ha già concluso il programma dell’anno e sia tra insegnanti sia tra alunni si respira un’aria da vacanze. Invece per un sedicenne la fine della scuola s’è caricata d’angoscia e il fatto che a breve non dovrà tornarci per tre mesi è solo un sollievo temporaneo.

Martedì scorso l’aggression­e nei corridoi. Un professore, ordinario dell’istituto ma non assegnato alla classe dell’alunno coinvolto a cui avrebbe forse fatto solo qualche ora di supplenza di recente, secondo il racconto del ragazzo lo avrebbe preso per il collo, spinto la testa contro il muro, dato una capocciata e un calcio, lanciatogl­i contro il suo stesso zaino e infine, sempre secondo il sedicenne, tentato di rovesciarg­li addosso un banco. Mercoledì lo studente è andato a scuola come sempre e giovedì era festivo. Venerdì invece è tornato a casa scosso per aver rivisto il suo aggressore ancora aggirarsi per l’istituto come se nulla fosse successo. Da qui la decisione insieme ai genitori di rimanere a casa sabato e ieri.

«Per ora dalla scuola non ci ha contattati nessuno, né noi né nostro figlio» racconta la famiglia. «I suoi compagni invece gli hanno riferito che il preside è andato a parlargli classe per tranquilli­zzarli e affermando di star facendo il possibile. Anche a noi venerdì è arrivata una mail un po’ fredda ma che diceva che saranno seguite le procedure del caso». Tutto risolto quindi? Non proprio, spiegano i genitori: «L’impression­e purtroppo è che si voglia sminuire la vicenda. Noi vogliamo solo capire come è andata davvero, ma dall’istituto già si dice che i ragazzi esagerino sempre. Anche nostro figlio è preoccupat­o e rimugina su come poter dimostrare d’aver detto la verità». Intanto tra le famiglie si sta diffondend­o la paura: «Sappiamo che altri genitori in tutte le classi si stanno preoccupan­do» afferma la famiglia del sedicenne. Sull’episodio indagano anche i Carabinier­i.

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